sabato 29 aprile 2017

"Tutto bene, a quanto pare"

Chi non è un italiano emigrato all'estero forse non potrà capire questo post. Forse non lo può capire nemmeno chi non è torinese, forse. Ma spero che tutti quanti coloro che leggeranno... possano perdonarci se pecchiamo di un sentimento che è fatto della nostalgia per la nostra terra e dello stupore proprio dei bambini piccoli.

Ma in soli 75 metri... si apre un mondo! 

Oggi eravamo a Monaco di Baviera, prima tappa del nostro minitour nel sud della Baviera in occasione del weekend lungo del Primo Maggio. E questa volta non ci siamo fatti mancare una sosta ad Eataly. Sì, il grande negozio che vende il meglio della qualità enogastronomica italiana all'estero lo si trova anche a Monaco di Baviera, a due passi dalla birreria Pschorr e dal Viktualienmarkt. Pieno centro di Monaco. Eataly. Cibo italiano, il meglio del cibo italiano. È stata una forte emozione.

Insegnare la cucina italiana ai tedeschi... ci si prova

Entrare da Eataly a Torino, era un gesto normale. Farlo a Monaco di Baviera, uno dei templi della cultura tedesca, non è più così normale. È una extrasistole che può far malissimo. Una parte di noi, l'abbiamo ritrovata qui, in questa isoletta tricolore circondata da un oceano che è patria della birra, dei Bratwurst e del Brezel. Abbiamo ritrovato un mondo che anni fa, per noi, sarebbe stato normale, e ora è un'eccezione. Ritrovarlo qui è una sensazione unica. È uno stordimento, una botta da knock-out. L'Eataly a Monaco di Baviera non è l'Eataly di Torino, per ricchezza e dimensioni, forse neanche per prezzi - elevati, ma la qualità si paga. Però trovare la colomba prodotta a otto chilometri (otto!!!) dal paesello in cui ho vissuto quasi trent'anni... trovare le caramelle prodotte nelle valli delle Olimpiadi... trovare le tisane preparate con le erbe coltivate sulle montagne che ogni mattina vedevo dal balcone di casa... la carne della Provincia Granda... i vini ottenuti dai vigneti che crescono sui pendii valdostani. E centinaia di altre cose ancora. No, non si può spiegare facilmente. "Non potete capire".

Cena da Eataly München

L'italiano dei camerieri, le cose scritte in una lingua che è la tua lingua, altoparlanti che trasmettono una musica che conosci - che non è solo i soliti Ramazzotti-Ferro-Pausini-Zucchero che tanto piacciono in Germania ma anche i Lunapop e Elio & Le Storie Tese. Di fronte ad un bicchiere di dolcetto, un piatto di tagliatelle al ragù e una battuta di fassone, trovarsi a cantare Nessun rimpianto di Max Pezzali è come tuffarsi in un mondo che mai come ora ci appare così lontano e mai come ora sogniamo di tornare a vivere ogni giorno. Ma che, nel complesso, ora apprezziamo come forse non ci capitava più, da quasi tre anni. Un mondo che è di una ricchezza ineguagliabile, un patrimonio che non ci rendiamo conto di possedere. Basta vedere i tanti libri esposti tra i banchi di Eataly (in tedesco, ovviamente) che celebrano la cucina italiana. Basta vedere quanto vino, quanto olio, quanta pasta, quanto ben di dio! Basta osservare quanta folla (non italiana) si sia riversata tra i tavoli dei ristoranti e tra le corsie, quante facce felici di fronte a pizze, piatti, taglieri e bicchieri di buon rosso. Basta percepire il nostro desiderio di svaligiare gli scaffali dei sughi, della cioccolata e delle marmellate. 
Un desiderio che non si può soddisfare in un paio d'ore. Quindi, per questo motivo, bisogna tornarci!

La nostra spesa da Eataly München (limitata, per questioni di spazio e portafoglio)

Stasera abbiamo scoperto una cosa, comunque: la gioia dell'italiano, a Monaco di Baviera, è di casa in Blumenstraße, è di casa da Eataly!
Bis bald!
Stefano

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