lunedì 25 febbraio 2013

Trovarsi a parlare di montagna, purtroppo, con delusione

Ciao a tutti.
Non vi saluto con un "buonasera", perchè una buona serata non lo è affatto! Non ho voglia di commentare cosa sta succedendo in Italia in queste ultime ore perchè potrei risultare... volgare. Potrei mostrare il lato peggiore di me, cosa che vorrei evitare. Dico solo che gli ultimi avvenimenti sono una vergogna! Non penso che il popolo italiano si meriti tutto questo. O forse si? Non lo so, ciò che è certo è che ho tanta voglia di fuggire da questo paese stupendo, il più bello che c'è nel nostro mondo, ma abitato da milioni di vecchi stupidi ed ignoranti. E qui chiudo.

Il gruppo del Monviso dalla cima del Bricas

Cerco un po' di relax dentro. E lo trovo con le mie montagne, quelle che non mi hanno mai tradito e nelle quali ho sempre riposto la fiducia di trovare un'oasi di pace interiore. Fiducia SEMPRE ripagata. E quale montagna migliore se non quella di casa, quella che vedo ogni mattina quando mi alzo per andare a lavorare? Ovviamente sto parlando del Re di Pietra, il Monviso.

2426 metri, in cima al Bricas


Già, se vi ricordate nel post di sabato 16 febbraio 2013, avevo promesso qualche dettaglio su quella giornata trascorsa in Val Po. Bene, che dire, niente di meglio di qualche sana fotografia della montagna regina delle Alpi Cozie.

Solitario e baciato dal sole, lungo la ripida salita al Bricas... (by Silvia)

Gita fantastica quella di due weekend or sono. In compagnia di Silvia (che quanto a mete montanare nell'intorno di un'ora di macchina ne sa parecchio, devo dire), ho risalito il Bricas, una punta di poco più di 2400 metri posta tra il Monte Frioland e la Punta Ostanetta, dalla quale la visuale su tutto il gruppo del Monviso è... da togliere il fiato! Specie in una giornata così serena e limpida che io e Silvia abbiamo indovinato: la vista spazia non solo su tutto il gruppo del Monviso, dalla Cima delle Lobbie fino al Granero, ma anche sulle Alpi Marittime e buona parte di Graie e Pennine. Teoricamente il Peakfinder mi segnala anche la possibilità di intercettare con i miei occhi Grivola e Cervino, ma la mia vista è modesta e più che un ammasso bianco che presumo sia il gruppo del Rosa non riesco a vedere.

Monviso e Visolotto, in immagine ingrandita

Lo scenario sulla pianura è altrettanto scenografico. In giornate del genere spesso le montagne sono perfettamente visibili, ma nella bassa regnano sovrane foschia e nebbia. In questo caso, no. Pinerolo e l'imbocco delle valli Pellice e Chisone sono perfettamente visibili, così come Cavour e la sua Rocca. Giunti in cima, freddo escluso, tutto ti attrae magneticamente a restare lì, consci di aver scovato un piccolo angolo di paradiso dal quale sognare (e anche l'indice della mia mano destra è sempre incollato al pulsante della macchina fotografica).

In procinto di togliermi le ciaspole (by Silvia, e pure di soppiatto)


Però, bisogna tornare indietro: non c'è modo migliore di farlo chiaccherando del più e del meno (e di Walter Bonatti) con Silvia e con lo scenario magico sul Monviso dal versante sud-ovest del Bricas. Un piccolo velo di tristezza sale in me, quando, rientrando nel bosco, la vista del Re di Pietra rimane offuscata... sigh. Resta il ricordo di una bella giornata, come non ne passavo da tempo, causa allenamenti...

Pazzesca la visuale sulla pianura pinerolese...

Queste righe sono state utili, scrivere si rivela sempre un'attività di piacevole e sano sfogo. Nell'oretta spesa a costruire questo post ho spaziato un pochino con la mente. Pensando che l'Italia fortunatamente non è solo ciò che i media ci stanno dipingendo in questo momento ma anche una raccolta di immagini da sogno. Come quelle vissute in cima al Bricas.
Buonanotte a tutti,
Stefano

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