sabato 9 febbraio 2013

Una vita libera

Ciao a tutti.
Walter Bonatti è una leggenda assoluta dell'alpinismo. L'avevo già scritto (vedi post del 23 ottobre 2012), ma non mi stufo mai di ripeterlo.
Fino a quattro anni fa non sapevo manco chi era; mi sono incuriosito a lui perchè in Valle d'Aosta vi è un rifugio a lui intitolato (un rifugio per me "di casa"). La particolarità di questo rifugio, inaugurato nel 1998, è che fu intitolato a Bonatti nonostante fosse ancora in vita. I rifugi si intitolano alle leggende alpinistiche del passato, non ai vivi. Nessun rifugio è dedicato a Reinhold Messner, per citare un esempio.
Solo ad un grande come Bonatti potevano dedicare un rifugio. Da lì, pian piano, mi sono informato su questo personaggio, ne ho letto i libri e seguito le gesta tramite articoli e documentari. Nella mia mente nessuno come Walter Bonatti ha saputo farmi innamorare della montagna, dell'avventura, della passione per la natura. Di lui si sa molto, a partire dalle sue imprese alpinistiche fino ai reportage nei luoghi più inesplorati della Terra.

Walter Bonatti in una foto di archivio. E' il 1965, l'anno della sua ultima impresa alpinistica, una via nuova sulla parete nord del Cervino, in invernale ed in solitaria.

Si sa molto meno di lui come uomo. In occasione dell'uscita in libreria del volume Walter Bonatti. Una vita libera la sezione di Pinerolo del CAI ha organizzato ieri sera un momento di incontro con la compagna di una vita di Bonatti, l'attrice Rossana Podestà. Che l'ha raccontato nei momenti sconosciuti al grande pubblico: con la famiglia, con gli amici, nella quotidianità e anche negli ultimi giorni di vita.
Un momento a dir poco emozionante. Il Teatro Incontro di Pinerolo era gremito di persone chiaramente amanti della montagna e desiderose di conoscere meglio questo mito dell'alpinismo, dalla persona che più di ogni altro l'ha conosciuto e vissuto.

Il volume: Walter Bonatti. Una vita libera

La serata comincia con una breve introduzione di Aldo Audisio, direttore nel Museo Nazionale della Montagna di Torino e del giornalista e scrittore Roberto Mantovani, e poi con un video che lo racconta nelle sue più grande imprese nelle Alpi e nell'Himalaya: Grand Capucin, Cervino, K2, Grandes Jorasses, Dru, Gasherbrum IV. Dopo, le parole di Rossana Podestà travolgono: è un fiume in piena quando racconta gli aspetti più intimistici di Walter ed alcuni aneddoti della sua vita. Dai momenti drammatici, come quelli della sua morte (dei quali non voglio parlare per non far dilagare la profonda antipatia che provo verso il clero) fino a quelli più affettuosi (la storia d'amore con Rossana e una nuova dimensione di vita in mezzo ai tanti nipoti).
Ciò che più colpisce di Walter è un'integerrimità ed un'umanità fuori dal comune: gli esempi delle vicende del K2 e della tragedia del Freney ne sono un chiaro esempio. Ma come ha voluto ricordare Rossana Podestà più volte (e il titolo del libro lo conferma), Bonatti è stato un uomo libero. Forse perchè abituato a vivere in solitudine, ha vissuto nella maniera più profonda il concetto di libertà. Tutto lo dimostra: dalle sue più grandi scalate in solitaria alle avventure in Africa, in Sudamerica, in Alaska, in Antartide. Una sua frase più di ogni altra lo spiega: "Il vantaggio di salire da solo, se vantaggio poteva esserci, stava nel fatto che di ogni mia decisione, di ogni mio gesto, anche il più assurdo tecnicamente e psicologicamente, dovevo rispondere solo a me stesso".
Senza schemi, senza blocchi mentali, totalmente scollegato dai rigidi preconcetti imposti dalla nostra cultura. Totalmente immerso in un mondo diverso da come lo conosciamo e sempre rispettoso delle potenti forze della natura.

Rossana Podestà, intenta ad autografare i libri del grande Walter Bonatti.

L'incontro con Rossana Podestà nell'ingresso del teatro, per il tradizionale rito dell'autografo ai volumi acquistati dai fan di Bonatti, è stato momento sia emozionante che divertente. Questa donna conserva dentro di sè tutto ciò che Walter è stato come alpinista, esploratore e come uomo. E tutti i suoi pensieri, le sue gioie e i suoi dolori.
Ma allo stesso tempo è persona estremamente divertente. Una battuta dietro l'altra: prima di iniziare le firme si paragona alla receptionist di un albergo, poi commenta il suo secondo nome, Dora, ad un'omonima ammiratrice. E apre il cuore, quando tocca a me e autografando la mia copia, mi dice "Stefano, come mio figlio". Una grande persona, esattamente come Walter.

E questo è il mio. Praticamente una reliquia...

"Impresa dopo impresa, lassù mi sono sentito sempre più vivo, libero, vero e realizzato. Ho potuto soddisfare il bisogno innato che ogni uomo ha di misurarsi e di provarsi, di conoscere e di sapere. Aggiungo che ho sempre obbedito alle emozioni nonché all'impulso creativo e contemplativo. Fin dall'inizio l'alpinismo era stato per me avventura, non poteva e non doveva essere altra cosa, e l'avventura ho sempre voluto viverla a misura d'uomo e nel rispetto della tradizione. Presto sarebbe diventata un affascinante modo di conoscersi, avrebbe giovato anche al mio benessere fisico ed intellettuale." Walter Bonatti
A presto!
Stefano

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