Christopher McDougall, Born to run
Ciao a tutti!
Il libro di cui parlerò in questo post, Born to run di Christopher McDougall, mi fu consigliato un anno fa circa, dal "capo del mio capo", anche lui maratoneta, uno di quelli che non ci pensa su due volte a prendere un aereo per l'Australia per correre i quarantadue chilometri. «Ti piacerà molto», mi disse, durante il mio primo giorno di lavoro in Germania. Ora, al termine di questa lettura, non posso che dargli ragione.
Christopher McDougall non è un semplice scrittore. È prima di tutto un giornalista che collabora a riviste come Men's Health e Runner's World. Non scrive solo di corsa, ma la pratica. Questo libro, più di un milione di copie vendute negli USA e tradotto in oltre ventotto lingue, ruota attorno alla storia di una corsa, di un'ultramaratona (una cosa che supera i canonici 42,195 chilometri) a cui lo stesso McDougall ha partecipato.
McDougall vuole correre, ma ha dei problemi fisici ai piedi che all'apparenza appaiono irrisolvibili. La sua passione per la corsa lo porta a scoprire una tribù messicana, i Tarahumara, che quanto a corsa sembrano baciati dalla Dea della Fortuna: gente in grado di correre decine e decine di chilometri. Nel clima rovente dei canyon messicani. Per diversi giorni consecutivi. Su strade dissestate e sentieri di montagna. Indossando più che modesti sandali. Senza soffrire di alcun problema a ginocchia e piedi. Fate una somma delle due cose, e avrà inizio uno straordinario viaggio a ritroso nel mondo della corsa. Born to run non è una cronaca di una gara e basta, bensì una stupefacente ricerca dell'origine di chi siamo noi, uomini Homo sapiens sapiens, e cosa siamo diventati grazie ad uno dei gesti più naturali che ci siano. Forse per questo è diventato a sorpresa un bestseller, pur disponendo di una platea limitata agli amanti di questo sport.
Tra i capitoli XXV e XXIX si compie qualcosa di miracoloso: si dimostra come l'atto di correre abbia cambiato la nostra permanenza su questa terra, abbia modificato la nostra stessa forma per renderci macchine da corsa. E come buona parte delle credenze sulla corsa siano in realtà sbagliate. Per chi ama correre, questo è un libro scioccante. Il sottoscritto, ad esempio, ne esce parecchio combattuto. Attenzione: qualcuno potrebbe pensare che questa sia una storia di fatica dall'essenziale contenuto podistico. Nulla di più errato... qui ci sono sentimenti forti, passioni, storie in grado di commuovere anche il più duro dei maratoneti. Consigliato a tutti.
A presto!
Stefano
Giudizio: 9/10 ««««««««««
Giudizio: 9/10 ««««««««««
Nessun commento:
Posta un commento