venerdì 24 maggio 2013

Gelo d'Italia

Ciao a tutti!
Giornata pazzesca, quella di oggi. Il Giro d'Italia, specie quando arriva in montagna, regala sorprese senza soluzione di continuità. Vi giuro, erano passati tre minuti dalla pubblicazione dell'ultimo post, quando compare l'annuncio ufficiale dell'organizzazione "A causa delle condizioni climatiche avverse e la presenza di neve su tutto il percorso di gara, la tappa di oggi (tappa 19, Ponte di Legno-Val Martello) è annullata."

W il Giro...ma se il Giro non parte???


Eravamo poco oltre Edolo, a pochi chilometri da Ponte di Legno. Beh, che dire. Un po' di delusione c'è stata, ma eravamo svegli dalle 4 per essere lì, ormai dovevamo andarci. E dovevamo anche incontrarla, la neve sulla strada. Ponte di Legno è un mesto paese al nostro arrivo. Qualche macchina dell'organizzazione e del servizio corsa attraversa la SS42 e le vie della cittadina scelta come partenza della diciannovesima tappa; i volontari ci danno (non senza un briciolo di tristezza) qualche dettaglio in più. Neve sul Tonale nella notte, troppo pericolosa la discesa; neve anche sul Castrin e in Val Martello, oltre ovviamente a temperature polari. Si vocifera di una partenza in Trentino, ma è una più che flebile speranza, ben presto svanita nel gelo.
Non ci resta che fare un giro per Ponte di Legno. Troviamo riparo in un bar in posizione centralissima, dove una cioccolata calda risulta essere il miglior modo per digerire la delusione. Non siamo i soli ad essere delusi, anche il barista è incazzato. Anche troppo, date le sue scocciate risposte alle nostre innocenti domande sui fatti concernenti l'annullamento della tappa. "Ah, tanto la tappa l'annullano anche domani!"... "Solito lombardo presuntuoso", penso.

La bufera imperversa lungo la salita al Tonale

Già che ci siamo, non perdiamo occasione per farci un giro per vedere che ne resta del villaggio allestito per la partenza. E ci troviamo qualche bella sorpresa. A parte la presenza dei "cagnas" del Giro, Vegni e Acquarone, in compagnia di giornalisti ed opinionisti, facili prede della macchina fotografica di Davide, ho un'occasione unica: diventare un corridore vero per qualche secondo. Lo stand allestito per le firme dei corridori al via è sguarnito, l'occasione è invitante. Salgo e faccio finta di firmare, come fanno ogni giorno al via della tappa tutti i ciclisti: altissimo momento di stupidità.

Momento "top" della giornata: al libro firma!

Non ha molto senso fermarsi ancora a Ponte di Legno, l'aria che tira (oltre al ventaccio gelido) è quella dello sbaraccamento. E decidiamo quindi di partire. La strada è ancora lunga, c'è da raggiungere Auronzo di Cadore. E ci separa il Tonale, più centinaia di chilometri su strade tutt'altro che rettilinee.
Cominciamo il trasferimento a mezzogiorno, sotto la bufera di neve. Incredibile, è il 24 maggio, ma sembra gennaio. La salita del Passo del Tonale è infinita, ma regala uno scenario tra i più suggestivi da me mai visti prima. Non ci si crede, è tutto bianco attorno a noi e si sale a 20 km/h. E si riflette sulle condizioni che avrebbero trovato i corridori. Forse è stato meglio così, che il destino della tappa sia stato questo: condizioni eccezionali richiedono misure eccezionali.

Condizioni al limite della praticabilità in cima al Passo del Tonale, al confine tra le province di Brescia e Trento

Il viaggio è eterno: Val di Sole, Valle dell'Adige, Val Sugana, Valle del Piave. Ed è quasi costantemente accompagnato dalla pioggia. Tra un sonnellino e l'altro ci scappa qualche panorama di rilievo, specie sui vigneti che coprono la valle dell'Adige sopra Trento, o sui numerosi laghi che capita di affiancare in auto. Trentino-Alto Adige e Veneto non deludono, mai, neanche sotto il diluvio. Ah, il fascino della montagna. Duecento chilometri e anche più, credo, sono tanti. E con Davide con manca mai l'occasione di sparare qualche stronzata incredibile, o di sentire battute al limite del ridicolo, del tipo "Ma Feltre è il paese di Vittorio Feltri?" o "Al Lago di Caldonazzo andiamo a trovare Nathalie?". Mi fermo qua, non indugio oltre. Queste me le sono segnate in quanto... erano troppo per le mie orecchie.
Sono le 18 circa quando arriviamo ad Auronzo di Cadore, finalmente. Che significa riposo e cibo. Domani è il giorno della tappa più bella. O meglio, quella che avrebbe dovuto essere la tappa più bella: il percorso (vedi post di martedì 21 maggio) è stato modificato a causa del persistere di condizioni meteo inclementi: via Costalunga, San Pellegrino e soprattutto Giau. Meno male che l'arrivo alle Tre Cime di Lavaredo (per ora) è invariato. Altrimenti che ci siamo venuti a fare fin qui?
Buonanotte, a domani!
Stefano

1 commento:

  1. Ciao ragazzi!Stefano ora sai cosa vuol dire viaggiare con Davide ispirato!!! Alla fine avete lasciato gli sci a casa?Davide non è venuto neppure a ritirare la tuta da sci.la prossima gita la fate ai caraibi??? Buonanotte.a domani. Elisa

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