Emmanuel Carrère, Limonov
Il romanzo che mi accingo a recensire in questo post non è altro che la biografia di uno tra i personaggi più controversi del panorama socioculturale russo, Eduard Veniaminovič Savenko, meglio conosciuto come Eduard Limonov e fiero oppositore del presidente russo Vladimir Putin.
Carrère racconta una vita straordinaria per intensità e per certi versi anche un po' inquietanti. Un'adolescenza, in Unione Sovietica, con il coltello sempre a portata di mano, vissuta tra criminali e in un ambiente pervaso dell'alcol e dal sesso. Una gioventù trascorsa negli USA, dove sopravvive arraggiandosi nelle maniere più disparate ma dove trova il modo di coltivare la scrittura, ciò che lo renderà famoso. La maturità in Francia lo avvicinerà alla filosofia comunista, mentre il post-Unione Sovietica sarà un tourbillon di esperienze tra il disumano e il folle, dalla guerra in Bosnia combattuta al fianco dei serbi al misticismo del periodo dell'Altaj.
Carrère lo descrive in maniera schietta, senza paura di schierarsi contro il protagonista (che conosce personalmente), criticandolo o esaltandolo a seconda della situazione. La vita di Limonov secondo Carrère è la storia di un perdente coraggioso, uno sconfitto senza paura di porsi contro il potente, sempre dalla parte degli eroi. Nonostante le situazioni della vita di Limonov potrebbero far inorridire il lettore, è impossibile non schierarsi dalla sua parte. Perché è un personaggio vero, senza maschere, pulito nonostante il fango che ha contraddistinto il suo percorso storico.
Limonov è anche uno straordinario viaggio nell'oscura realtà russa, dall'Unione Sovietica postbellica fino alla Russia di Putin, magistralmente tratteggiata, con ironia e dovizia di particolari. Un libro da non mancare per gli amanti della storia contemporanea.
Giudizio: 9/10 ««««««««««
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