mercoledì 19 marzo 2014

I quaranta minuti di rinascita

Ciao a tutti!
Erano due mesi e mezzo fa circa quando dovetti bloccare tutti i miei sogni di maratona per un problema al ginocchio. Poi arriva il giorno, in cui quasi come per magia, tutto quel dolore che si è provato nel correre, il gesto per me tra i più naturali che ci potessero essere, scompare. Come, non lo so ancora.
Ogni giorno a lavoro è caratterizzato dal fare un numero imprecisato di rampe di scale. I primi segnali incoraggianti arrivarono qualche settimana fa: nel salire tutti quei gradini non percepivo più alcun tipo di fastidio. Però ho voluto aspettare a provare a correre. Un po' perché non ne sentivo il bisogno, un po' per quella innata paura che c'è dentro di noi nel provare a fare qualcosa che nel breve passato ha creato problemi.
Con un ultimo weekend all'insegna delle nuvole, ho preferito starmene a casa. Un po' di riposo non guasta, ecco. E nel riposo viene l'idea: perché non riprovo a correre? Vediamo un po' che succede. Le sensazioni sembrano positive già dal riscaldamento, sento il ginocchio "sciolto". Parto tranquillo. Mi accorgo in fretta che qualcosa è cambiato. Dopo il primo giro del mio solito percorso ad anello (circa 1.6 km) non ho male. Non ne avrò neanche dopo il secondo. Allora inizio a pensare veramente che il momento no è finito. Finisce il terzo giro, niente, nessun dolore. Iniziano i sogni. Maratone, magari una mezza in primavera. Porto a termine il quarto giro, ed è tutto a posto. Mi concedo il lusso di un'accelerazione finale per chiudere con un ultimo quinto giro. Meglio non esagerare, in fondo è dalla Turin Marathon che non corro più seriamente, e cinque mesi di stop non sono pochi. Per ora va più che bene così. Sarà poco più di otto chilometri, corsi a 4'48"/km, la distanza finale...

La casa torna a popolarsi di abbigliamento da running...

Una corsetta che sa di piccola rinascita: arrivare a casa sudati, fissare il pavimento in modalità "sulle ginocchia", svogliatissimi seduta di stretching, assaporare di nuovo il Gatorade, entrare in doccia stanco e rilassato allo stesso tempo, cenare con rinnovata voglia. E per chiudere, alzarsi il giorno successivo, con le gambe che fanno malissimo. Un dolore che mai come stavolta sa di benessere...
Bis bald!
Stefano

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