Il viaggio tra le colline della Franconia mi porta in questo post a Kitzingen, una delle città che si affacciano sul tratto di Meno che collega Schweinfurt a Würzburg. Parlare di Kitzingen è parlare di una gita un po' diversa dalle altre. Non è una cittadina, questa, raggiunta tramite la Mainradweg come Volkach o Haßfurt, o visitata zaino in spalla e guida alla mano come tutte le principali città bavaresi. L'occasione di visitare Kitzingen è tutto merito di Elke, la mia insegnante di tedesco, che oltre a prepararci un delizioso pranzo (vedi post del 27 febbraio), si è gentilmente offerta di farci da guida turistica tra le vie di questa cittadina francone di circa ventimila abitanti, probabilmente il centro principale dell'attività vinicola in Franconia.
La Marktstraße, cuore del centro storico di Kitzingen |
La visita di Kitzingen con Elke, con una persona che qui ci vive da anni, è l'occasione per scoprire particolarità e curiosità quasi impossibili da conoscere altrimenti. Come ad esempio, l'origine del nome della città. La leggenda vuole che una delle figlie dell'imperatore Pipino il Breve fece erigere un monastero nel punto in cui cadde il suo mantello, gettato dall'alto di una fortezza ad est di Kitzingen (di cui non ricordo il nome), il quale venne raccolto da un pastore di nome Kitz.
Chi lo avrebbe mai detto, invece, che un'altra leggenda attribuisce a Kitzingen l'ingrato compito di ospitare la salma di Dracula? Così entriamo nel cimitero e andiamo simbolicamente a dire una preghierina... no, nessuna preghiera, solo uno sguardo curioso e un sorriso nel vedere un monumento funebre intitolato a chissà chi, dal gusto decisamente lugubre. I tedeschi non hanno il gusto dell'orrido, ma una storiella di questo genere era utile per tenere lontani i soldati americani (qui presenti fino al 2006)
Una lastra di ferro piantata nel muro del Rathaus: apparentemente nulla di significativo. Eppure quella lastra era il fulcro della vita cittadina: era l'unità di misura con la quale venivano misurate le stoffe che si trovavano sull'adiacente piazza in cui si teneva il mercato. Quante curiosità che si scoprono con Elke...
Falterturm |
Il centro storico di Kitzingen è inaspettatamente vivace. A dispetto di una popolazione che non raggiunge la metà di quella di Schweinfurt, vi è molta più vitalità, probabilmente anche favorita dalla bella giornata di sole. Le vie del centro storico congiungono rapidamente tutti gli edifici storici più importanti di Kitzingen, come la torre simbolo della città, la Falterturm, il Rathaus e la Stadtkirche, definita da Elke "l'angolo d'Italia a Kitzingen", in quanto progettata dall'architetto italiano Petrini.
Il Meno e l'Alter Mainbrücke |
In realtà la chiesa veramente degna di nota è la Kreuzkapelle, che si può raggiungere attraversando il Meno sull'Alter Mainbrücke. Quest'edificio, progettato da Balthasar Neumann, uno che in Franconia ha lasciato il segno, è un pezzo di storia della Germania, in quanto la sua pianta a croce latina (per questo si chiama Kreuzkapelle?) è raffigurata nell'ormai soppiantata banconota da 50 marchi tedeschi, dedicata al celebre architetto del barocco tedesco.
La Kreuzkapelle, opera del genio di Balthasar Neumann |
E non finirebbero qui gli aneddoti su Kitzingen. Fa impressione essere venuti in visita a Kitzingen in un giorno dal notevole simbolismo: il 23 febbraio di 69 anni fa la città veniva duramente bombardata e praticamente rasa al suolo. Qui vi erano aree industriali importanti per la campagna bellica nazista, obiettivo sensibile dell'aeronautica americana. Che però non fu in grado di distruggerli, e fini così che a pagare fu il popolo e il patrimonio artistico, come già successo in altre località bavaresi.
Saluto Kitzingen con un arrivederci: è sicuramente mio obiettivo rivederla magari raggiungendola in bici, tramite la Mainradweg. Due passi per questa ridente cittadina non possono mai essere negati.
Bis bald!
Stefano
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