I doppi sensi linguistici sono quelli che si incontrano nella pratica dello studio di questa assurda lingua, il tedesco. Arriva il giorno in cui l'insegnante di tedesco incomincia la lezione dicendo che stavolta sarebbe arrivato il turno del dativo. Mmmh... un altro caso. I casi non mi piacciono. In italiano non ci sono se non limitati ad alcuni pronomi. Non poterli paragonare a qualcosa che già so in italiano o in inglese mi turba non poco. E poi, già non ho capito a fondo l'accusativo, per non dire che non l'ho proprio capito e tuttora non so quando vada usato, figuriamoci se adesso riesco ad imparare il dativo, questo nuovo mostro.
Tecnicamente il dativo è un "caso" (perdonate l'ignoranza linguistica, ma queste varianti, perché li chiamano casi?) che si applica quando si hanno i cosiddetti complementi di "termine" e di "stato in luogo". Con un sacco di altre eccezioni del tutto incomprensibili.
Tanto per complicarci la vita (fonte: zagreb.diplo.de) |
Io sono perplesso di fronte a queste regole e il mio compagno di corso inglese Jason, abituato al tanto caro inglese, in cui le regole grammaticali non abbondano come nelle lingue latine o in lingue come il tedesco, guarda disperatissimo la professoressa. Che - non si capisce bene perché - ride guardando la sua espressione terrorizzata, persa nel vuoto dell'incomprensibilità di un concetto astruso. "Non ho capito niente!" dice lui... E lei: "È una regola!". Si, ma quale? Non si capisce quando diamine vada usato questo maledetto dativo!
L'ilarità della professoressa raggiunge livelli senza controllo quando si passa a spiegare la declinazione dell'articolo. Il maschile der diventa dem, il neutro das diventa die e il femminile die diventa der... Bene, la scena è questa: "der Vater diventa dem Vater, die Mutter diventa der Mutter ah-ah-ah-ah-ah-ah..." e dopo un po' di risate: "Das ist komisch!". Io ci trovo poco da ridere, forse perché continuo a non averci capito niente.
Lezioni come queste deprimono. Non tanto perché non si capiscono le cose (che ci può stare, mica siamo tutti bravi uguali con le lingue, e io so di non esserlo) ma perché vedo veramente difficile riuscire a poter utilizzare questa lingua nella vita comune. Dentro mi sento sempre giovane, sia fisicamente che mentalmente. Ma quando assisto a queste lezioni, quando rimango impotente di fronte alla mia incapacità di assimilare la logica di una lingua beh, mi sento cerebralmente vecchio, da ricovero. Reparto: geriatria.
Bis bald!
Stefano
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