lunedì 23 novembre 2015

Direzione Ponte Vecchio: cronaca di giornate folli

Ciao a tutti!
Ero rimasto ad un allenamento da quasi 37 chilometri, compiuto con un morale già basso per ciò che è successo a Parigi ed ulteriormente abbassato causa la scarsa prestazione, nel freddo e sotto il primo nevischio. Un allenamento spezzagambe ma soprattutto spezzamuscoli. Si, perché alla fine di questo ultimo lungo "lunghissimo", a due settimane dalla Firenze Marathon, mi sono trovato con un muscolo, il soleo sinistro, a pezzi (vedi post).
Ed inizialmente, sembrava tutto a posto. Cioè, i soliti dolori da corsa. Ma evidentemente così non era. Mi accorgo che è stranamente gonfio, e durante la giornata di domenica, è pure arrossato, un qualcosa che mi preoccupa e non mi lascia tranquillo, perché si tratta di una novità assoluta. Fa impressione ad essere osservato, questo muscolo, sembra quasi che voglia uscire dalla gamba. È duro, più caldo rispetto al resto della muscolatura, e visibilmente più grande rispetto al collega della gamba destra. Avere male non è mai una bella sensazione, ma è ancora peggio non sapere il perché.

Arnica: la mia migliore amica dell'ultima settimana (fonte: wala.de)

E allora, nella giornata di lunedì, durante la quale faccio un po' di scarico sulla cyclette, investo un po' di tempo in rete per capire cosa sta affliggendo la mia gamba. Si, lo so che non si dovrebbe fare, che dovrei andare da un dottore, un ortopedico, un fisioterapista o qualcos'altro ancora, ma di prendere appuntamenti in tempi brevi con gente che non conosco, della quale ora non mi fido, beh, non ne ho tanta voglia, specie a così breve distanza dalla maratona. E allora ecco che le diagnosi fioccano come margherite in primavera: contrattura muscolare (magari fosse solo questo!), edema muscolare, versamento, periostite tibiale, una roba che se uno legge da cosa può essere causata smette immediatamente di correre. Cosa sia veramente ancora non lo so, ma decido che è l'ora di passare all'azione. Impacchi di ghiaccio, stretching, Voltaren come se non ci fosse un domani, alternato a pomate di arnica. Tutto può far brodo. Risultato: il muscolo non si sgonfia, rimane un pochino caldo ma soprattutto rimane duro, e permane un fastidio a momenti alterni mentre cammino e continuo facendo corsa sul posto e scendendo le scale. Non vuole andarsene, apparentemente. La giornata di martedì è la peggiore, questo problema può essere una complicazione, non tanto per finire come vorrei la maratona, quanto per finire la maratona stessa. Correre quarantadue chilometri su un muscolo infiammato, malconcio o quello che è, non è buono e non è positivo anche per il futuro. Non può essere una giornata positiva, con tutta questa negatività in testa.

Per rendere l'idea (fonte: starbene.it)

La situazione inizia a migliorare - fortunatamente, anche per i nervi - mercoledì. Il fastidio sembra attenuarsi. Riesco a camminare tranquillamente, solo lo scendere le scale mi crea ancora dei piccoli problemi. Proviamo a vedere come va, proviamo a correre. Tre chilometri, non di più. 10 km/h, poi 12, quindi 14. Un quarto d'ora di lavoro, non molto, solo per vedere come sto. Nulla di speciale, pare. Bene...
Siccome mi piace non farmi mancare nulla, ho chiesto un parere di carattere osteopatico: avanti con pomate, ghiaccio e arnica. E magari anche un cerotto kinesio, proprio per completare in bellezza il quadro. Con un po' di scetticismo, perché di un'applicazione self-made mi fido poco. Intanto, anche se lentamente, i fastidi che permanevano sono spariti, alla palpazione il soleo non provoca più dolore e anche scendere le scale non è più un problema. Ciò che rimane non sono altro che i classici "dolorini dell'ultima settimana". Si, perché nei giorni prima della maratona, quasi a volerlo fare apposta, il corpo lancia variegati segnali negativi (fastidi e dolorini vari) che un runner alle prime armi può interpretare come chissà quali infortuni, ma che col tempo ho imparato a non dar loro molta importanza. Mi piace pensare che siano l'indicazione che il corpo e la mente si stiano preparando al grande momento. Per stare tranquillo, non rimane che continuare ad assumere granuli di arnica. Non so se veramente servano ad eliminare il dolore, ma di certo a rilassarmi sono perfetti: mai sentito parlare di effetto placebo?

Così alla partenza della Firenze Marathon? (fonte: centrofisioterapiapicentia.it)

Cosa sia successo ancora non lo so. La mia teoria è che abbia affrontato l'ultimo allenamento, quello sui 37 chilometri, con superficialità, senza l'adeguato riscaldamento muscolare, e nel clima gelido di quel pomeriggio, ci sia stato un piccolo ma doloroso strappo. A questo punto, non posso sperare altro che tale "strappo" si sia riassorbito (o che lo faccia in questi ultimi giorni). Sarebbe bello arrivare alla partenza sul Lungarno della Zecca Vecchia con una fetta di sogni ancora intonsa. Lufthansa permettendo.
Bis bald!
Stefano

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