venerdì 27 novembre 2015

Non siamo corridori, siamo maratoneti

Ciao a tutti!
Il giorno del pettorale, il giorno atteso dall'inizio di una preparazione della maratona è sempre giunto di sabato. Stavolta è arrivato di venerdì. Da ieri sera mi trovo in una ventosa, solare e sempre attraente Firenze. A parte riposare dopo l'estenuante trafila aeroportuale, l'impegno che ho voluto sbrigare per primo è stato ritirare pettorale e pacco gara.

Go and run Firenze!

Alle 10 di stamattina mi trovo dunque allo Stadio Luigi Ridolfi, dove è stato allestito l'Expo Marathon, un grande carosello di espositori: comitati organizzatori di maratone italiane e estere, sponsor e aziende che operano nel mondo della corsa. Il bello del visitare il cuore del pre-gara a 48 ore dalla partenza è il poter scorrazzare tra gli stand con calma, senza la tipica ressa del sabato - con lo svantaggio di trovare i soliti venditori e accalappiatori da strapazzo. Ma soprattutto, posso dedicarmi con calma al ritiro del pettorale. Un momento importante, chi è un maratoneta lo sa bene. La tensione è minore del solito, non è il sabato di vigilia, manca ancora molto al via. Mi presento straordinariamente tranquillo al momento di fronte al box del ritiro. Passeggio senza meta tra gli stand, guardo un po' in giro le tante cose interessanti esposte: le scarpe di domani, gli ultimi orologi, prossimi obiettivi podistici. Mi fermo imbambolato di fronte allo "spazio Asics": anche qui, come in molte altre maratone a cui ho partecipato, Asics è il main sponsor. I suoi filmati pubblicitari sono assolutamente ispirazionali e mi portano sul limite della commozione. Quando scorrono le immagini delle maratone (tra cui quella di Venezia), le immagini di concorrenti comuni che sorridono, piangono per il dolore e per la gioia, si divertono al traguardo dei 42,195 chilometri.

Più di diecimila alla partenza

Alla "vigilia della vigilia" mi scorrono davanti queste immagini, e tante altre cose. Pensieri ed emozioni di ieri, speranze di domani. Quello che credo di capire è che la corsa mi ha cambiato tanto, in maniera incalcolabile. E mi sento di dire che lo abbia fatto in meglio. Senza la corsa non sarei la stessa persona.
Con queste riflessioni, esco dal piccolo tempio fiorentino della maratona del fine settimana e comincio le ore di attesa. Saranno snervanti? Non dovrebbe essere così. A Firenze, assieme alla mia famiglia e così circondati dall'arte e dalla cultura, non dovrei neanche trovare il tempo per preoccuparmi troppo per l'appuntamento di domenica. Ma ne riparliamo tra ventiquattro ore.
A presto!
Stefano

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