lunedì 6 marzo 2017

Tutte le strade portano a Roma: nessuna corda

Quando la data della maratona si avvicina, quando la distanza tra lo sparo del via si accorcia sempre più, ecco che si allunga la durata e il chilometraggio dei lunghi. Nelle ultime settimane ho superato la quota 30 - laddove l'esperienza di corsa si sposta in un'altra dimensione, dove il fiato conta relativamente e assume un'importanza maggiore la dote di resistenza allo sforzo. Superare la soglia dei trenta chilometri significa stare sulle gambe per oltre due ore, quasi tre, ad una velocità tra i dodici e i tredici chilometri orari.

Punto di riferimento di ogni lungo, il ponte tra Schonungen e Gädheim: a 1/2 del percorso quando corro 20 km, a 1/3 del percorso quando ne corro 30... Foto di archivio, 13 settembre 2016

Negli allenamenti di lunghezza compresa tra i 18 e i 30 chilometri (vedi post) avevo evidenziato come ci fosse ancora qualcosa da recuperare in termini di velocità media, rispetto a quanto registrato durante la preparazione delle ultime due maratone (Firenze 2015 e Berlino 2016): un paio di secondi, questa la mia stima. Il gap, superando i trenta chilometri si è ancora incrementato. Su un'uscita da trenta chilometri, sono passato da un passo di 4'31"-4'32"/km, durante gli ultimi due cicli di allenamento, ad un attuale 4'37"/km. Su un'uscita da quasi trentacinque chilometri il gap è ancora superiore: prima di Berlino correvo in 4'39"/km, ora in 4'47"/km. Dati alla mano, corro più piano. Ma le sensazioni dell'anno scorso con quelle degli ultimi lunghi sono ben diverse. Non ho corso cercando la prestazione pura sul lungo, ma cercando un ritmo tranquillo e costante nella prima metà di corsa, salvo tentare una piccola accelerazione nella seconda metà. Ma senza mai "impiccarsi", senza arrivare negli ultimi chilometri alla ricerca disperata di energie inesistenti da iniettare velocemente nelle gambe, senza alzare la testa verso l'alto come a chiedere al cielo quando sarebbe finita la sofferenza. Percezioni normali al termine di un allenamento per una maratona, che stavolta ho badato ad evitare.

Qualche dato sui lunghi sotto i 35 chilometri

Cosa è cambiato da allora? La gestione del lungo. Le ultime due maratone, per ragioni e in modalità diverse tra loro, mi hanno visto arrivare alla partenza non al top della condizione.
Durante l'ultimo lungo prima di Firenze, mi ero addirittura fatto un po' male - creando tutte le condizioni di stress e ansia nelle ultime due settimane prima della gara. In Piazza Santa Croce feci poi segnare il mio attuale record, ma senza quel black-out improvviso (mai patito prima in tale misura) negli ultimi sei chilometri, probabilmente ora potrei vantare un record assai migliore.
A Berlino invece ci arrivai già stanco: il picco della condizione arrivò un mese prima, proprio durante i lunghi da 27/30 chilometri. Il caldo assurdo che caratterizzò i mesi di agosto e di settembre ci mise del suo, annientando le mie capacità di recupero. Ma in sostanza, la classica preparazione da tre mesi era risultata troppo lunga e troppo dispendiosa. Subito dopo la partenza, necessitai di un paio di chilometri per capire che il personale, nonostante mi trovassi sul tracciato più veloce del mondo, me lo sarei sognato. Le gambe non erano brillanti, probabilmente appesantite da tanti chilometri corsi al massimo. Poi ci fu la caduta dopo pochi chilometri a dare il colpo di grazia alle mie ambizioni, il destino di quella corsa - comunque un indelebile ricordo positivo - era già segnato.
Per la sempre più vicina maratona di Roma, invece, ho badato ad accorciare la preparazione di qualche settimana, quindi ho cercato di dare il massimo negli allenamenti ad alta velocità. Durante i lunghi, invece, l'obiettivo è di arrivare ancora relativamente fresco alla fine, come se potessi ancora permettermi di correre tranquillamente per altri tre/quattro chilometri. E non dover imprecare il giorno dopo perché le gambe sono due cilindri di cemento. Così è stato: la passeggiata pomeridiana con mia moglie nel fine settimana non è più incubo per le mie gambe.
Bis bald!
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...