Sufnersee, un nome che ai più dirà poco a nulla. Cosa più che comprensibile, non a tutti capita di fare in auto un viaggio di 800 chilometri tra Italia e Germania una decina di volte all'anno. Questo luogo, nel cuore della regione svizzera dei Grigioni, ad una cinquantina di chilometri da Coira, è da me considerato una delle meraviglie del viaggio. Il tratto svizzero di viaggio è molto lungo; l'autostrada che taglia da nord a sud la Svizzera orientale tramite il tunnel del San Bernardino è tortuosa e i limiti di velocità sono rigorosamente bassi. Ma quando si arriva al Sufnersee, per un attimo, la frustrazione di quel tratto, mai noioso, ma stressante per chi è alla guida, se ne va all'istante.
Panchina vista lago |
Il Sufnersee prende il nome dal minuscolo villaggio di origine walser di Sufers, che conta circa un centinaio di abitanti stabili. Se si lascia l'autostrada, e si prova a percorrere le strade locali sembra di trovarsi in un piccolo paradiso perduto, quasi dimenticato dalla civiltà, nonostante la tipica cura svizzera nel mantenere più ordinato possibile ogni singolo angolo. Ma tutta la valle del Reno, specialmente a quote più elevate, pare quasi disabitata.
Il Sufnersee visto dalla diga che lo contiene |
Il Sufnersee è un lago artificiale, sulla sponda orientale si trova ovviamente una poderosa diga, peraltro camminabile. A distanza di quasi due anni dal mio primo "contatto" con il Sufnersee e, anche in preda alla calura che gli anticicloni Flegetonte e Caronte hanno riservato all'Europa in questo torrido luglio, ho pensato che una sosta sul Sufnersee poteva essere un'ottima opzione per spezzare il mio lungo viaggio tra Italia e Germania. Farlo qui, ha un significato simbolico. La bellezza del Sufnersee è tale che, in un contesto di viaggio, mi piace paragonarlo a ciò che le scogliere di Étretat rappresentarono per Claude Monet: impressioni diverse ad ogni ora del giorno e ad ogni stagione. Perché questo lago l'ho visto in diverse condizioni: nel fiorire dell'estate, avvolto dal riflesso di un argenteo strato di ghiaccio, rischiarato dalle stelle di una notte primaverile, in un grigio inverno, circondato dai colori autunnali della foresta, illuminato dalla luna piena proprio quando la prima neve è scesa. Ce n'è per tutti i gusti, ma io, io non mi stufo mai di osservarlo con stupore.
Sufers |
Dunque, mi fermo a osservarti meglio, Sufnersee. E scopro che un bellissimo sentiero ti circonda, dal quale posso ammirarti, specchio azzurro in un magnifico intorno di colori... il verde delle praterie dei Grigioni, il grigio delle pareti rocciose che il Reno ha gradualmente scavato, il bianco del Rheinwaldhorn e del Vogelhorn, laddove ghiacciai al confine col Ticino tentano una strenua resistenza con queste infernali estati. Poi, qualche casupola e un campanile bianco, per non dimenticarsi di quel piccolo villaggio di minatori che è Sufers, posto sulle sponde del lago, quasi a volerne rivendicare la paternità.
Ci rivediamo presto, Sufnersee.
Bis bald!
Stefano
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