Giornata a casa con malanni di stagione, accendo la radio, e il notiziario annuncia il risultato di una recente indagine statistica, una notizia di quelle che fanno salire la febbre, se non se la si ha ancora. L'Istat ha pubblicato i dati demografici del 2015. Lo studio fornisce numeri impietosi, ma dei quali non mi stupisco.
L'Italia perde 140.000 residenti sul territorio italiano, ma il numero aumenta a 180.000 quando si considera la sola popolazione italiana; diminuisce la speranza di vita alla nascita e si alza il tasso di mortalità; sale l'età media e con essa la percentuale di ultrasessantenni; gli immigrati non riescono più a coprire il gap demografico frutto di mortalità ed emigrazione; per il sesto anno consecutivo, ci sono sempre meno iscrizioni all'anagrafe; ma soprattutto, dato che più osservo con interesse: se 28.000 italiani sono rientrati in patria, ben 100.000 hanno lasciato la patria per costruire il loro futuro all'estero.
Quanti biglietti di sola andata verso l'estero? |
Questi numeri non mi stupiscono affatto. L'Italia è un paese che attualmente ha poco da offrire ai suoi figli. Meglio cercare di migliorarsi altrove, in paesi dove ci sono più possibilità di lavoro o in paesi dove la competenza è più richiesta e meglio retribuita: nel 2013 in testa alle mete preferite c'è stata la Gran Bretagna, dunque Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti.
Sto ovviamente imparando a conoscere la realtà tedesca. Le condizioni di lavoro e di vita in Germania sono tali per cui è abbastanza ovvio che non si abbia alcun desiderio di tornare in Italia. Non è facile trovare lavoro, ma ci sono più possibilità; c'è molto meno stress, c'è più flessibilità. Tornando ai dati demografici, la Germania è il "posto migliore dove fare figli": madri e padri possono godere di congedi più ampi e meglio retribuiti. Per non parlare del noto Kindergeld, 190 euro al mese garantiti dallo stato per ogni figlio. Non c'è che dire, è un gran bell'incentivo per fare figli.
L'Italia non offre tutto questo, e ottimisticamente parlando, non potrà offrirlo per ancora tanto tempo. Avremo il miglior cibo del mondo, ma bisognerà pur avere un lavoro, per poterselo permettere. E il lavoro scarseggia. Nonostante tutte le difficioltà che comporta, è più facile espatriare, e il numeri lo confermano: si è passati dalle 47.000 cancellazioni del 2011 alle 91.000 del 2014... Qualcuno inizia a capire perché gli emigrati aumentano ogni anno di più?
Bis bald (desolato)
Stefano
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