venerdì 14 luglio 2017

Un arrivederci nella nebbia

Ho salutato le Tre Cime di Lavaredo. È stato un saluto malinconico, reso ancora più carico di intrinseca nostalgia, da una nebbia che non mi ha permesso oggi di guardarle ancora una volta nella loro interezza. La nebbia deforma, modella, cambia le immagini, anche di queste montagne tra le più iconiche delle Alpi. 

Nebbia alla Forcella Lavaredo

E fortunatamente è stata solo nebbia. Perché la notte ha portato pioggia, tanta pioggia. Pioggia che ho anche incontrato nella prima parte del sentiero che ho percorso per tornare a Carbonin. Il Rifugio Lavaredo è avvolto da una coltre che sembra invalicabile, la stazione meteorologica indica una decina di gradi e umidità ai massimi livelli. Oggi sarà una giornata diversa dalle precedenti, ma lo sapevo già dalle ultime previsioni. Anche delle Tre Cime di Lavaredo non c'è traccia. Solo la Cima Piccola si può vedere da sud, ma dalla Forcella Lavaredo non si intravede alcunché se non la roccia alla base. In cuor mio speravo di poterle vedere ancora una volta nel loro profilo più classico.

Il massimo visibile delle Tre Cime, stamane

Mestamente, scendo lungo il comodo sentiero che va verso il Locatelli-Innerkofler, salvo poi scartarlo per scendere deciso verso Landro, percorrendo il sentiero che corre lungo la Val Rienza. Incontro anche una leggera pioggerellina, che mi costringe ad indossare la giacca a vento. Nulla di serio, per fortuna. Qualche timido tentativo di schiarita si intravede all'orizzonte: la Croda Rossa si scopre e lentamente sempre più parete delle Tre Cime si mostra ai miei occhi.

Val Rienza

Scendendo lungo la Val Rienza, le Tre Cime spariscono lentamente dalle mie possibilità di osservazione. Il sentiero scende ripido verso valle, in un'alternanza di scoscesi gradini glaciali e falsopiani gradevoli. Questo sentiero è un'ottima via d'accesso per chi vuole raggiungere le Tre Cime senza sfruttare la strada che giunge da Misurina, perché se da un lato è ripido, dall'altro va detto che ci sono più occasioni per respirare e prendere fiato. E non trascurerei quel dettaglio che è la soddisfazione di vedersi comparire tutt'a un tratto queste vette così desiderate...

Il Lago di Landro, ai piedi del gruppo del Monte Cristallo

La discesa termina a Landro, una frazione di Dobbiaco nota per l'omonimo lago, uno specchio d'acqua di un'aspra tonalità celeste. Da qui ritorno a Carbonin seguendo la Ciclabile Dolomiti, un comodo percorso situato sulla vecchia ferrovia che collegava Cortina d'Ampezzo a Dobbiaco, sede di una delle più interessanti competizioni podistiche estive, la Cortina-Dobbiaco Run (il runner in me già ci pensa). Gli ultimi chilometri prima di ritrovare la mia automobile sono al cospetto del Monte Cristallo. La sua bellezza, e il sapere che fra poco mi attenderanno altri percorsi dolomitici, attenua la malinconia di questo saluto alle Tre Cime, di un arrivederci consumato troppo in fretta. Come sempre, quando si parla di montagne speciali.
A presto!
Stefano

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