Curzio Malaparte, Coppi e Bartali
Ciao a tutti!
Un'opera dal titolo Coppi e Bartali può far pensare ad un grande racconto dell'epopea di questi due grandi campioni. Ma una firma istrionica e brillante, come quella di Curzio Malaparte, non può limitarsi a narrare le gesta di questi eroi delle due ruote. Un'opera dal titolo Coppi e Bartali non poteva mancare alla mia raccolta di libri sul ciclismo.
Questo saggio sull'impronta che la storica rivalità tra Coppi e Bartali ha lasciato nella storia dell'Italia si legge molto velocemente - una trentina di paginette - ma lascia il segno. A mio parere, lo scritto di Malaparte, scritto nel 1949, è un'ardito preludio a tutto ciò che è stato scritto negli anni seguenti su questi campioni e sul loro rapporto. Il merito di Malaparte è essere il precursore della vera interpretazione del significato storico di questa rivalità, in un preciso momento storico in cui Bartali sta imboccando la fase decadente della sua carriera, mentre Coppi è all'apice del suo percorso ciclistico (dopo il 1949, vincerà ancora due volte il Giro e una volta il Tour e il Mondiale), quindi a "partita" ancora in corso.
Malaparte va oltre lo squisito aspetto tecnico delle grandi vittorie, preferisce soffermarsi sul valore del loro antagonismo, sulle contrapposizioni politiche, morali e religiose che hanno diviso la folla e l'opinione pubblica, ma non hanno mai potuto scindere la stretta relazione che intercorreva tra i due: guerrieri a duello in sella, amici fraterni lontano dalle strade. C'è chi pensa che lo sport non possa essere ricordato come qualcosa in grado di intaccare il corso della storia. Malaparte la pensa diversamente. E ce lo spiega raccontando due uomini. La classe e la tenacia, Fausto Coppi e Gino Bartali.
Bis bald!Un'opera dal titolo Coppi e Bartali può far pensare ad un grande racconto dell'epopea di questi due grandi campioni. Ma una firma istrionica e brillante, come quella di Curzio Malaparte, non può limitarsi a narrare le gesta di questi eroi delle due ruote. Un'opera dal titolo Coppi e Bartali non poteva mancare alla mia raccolta di libri sul ciclismo.
Questo saggio sull'impronta che la storica rivalità tra Coppi e Bartali ha lasciato nella storia dell'Italia si legge molto velocemente - una trentina di paginette - ma lascia il segno. A mio parere, lo scritto di Malaparte, scritto nel 1949, è un'ardito preludio a tutto ciò che è stato scritto negli anni seguenti su questi campioni e sul loro rapporto. Il merito di Malaparte è essere il precursore della vera interpretazione del significato storico di questa rivalità, in un preciso momento storico in cui Bartali sta imboccando la fase decadente della sua carriera, mentre Coppi è all'apice del suo percorso ciclistico (dopo il 1949, vincerà ancora due volte il Giro e una volta il Tour e il Mondiale), quindi a "partita" ancora in corso.
Malaparte va oltre lo squisito aspetto tecnico delle grandi vittorie, preferisce soffermarsi sul valore del loro antagonismo, sulle contrapposizioni politiche, morali e religiose che hanno diviso la folla e l'opinione pubblica, ma non hanno mai potuto scindere la stretta relazione che intercorreva tra i due: guerrieri a duello in sella, amici fraterni lontano dalle strade. C'è chi pensa che lo sport non possa essere ricordato come qualcosa in grado di intaccare il corso della storia. Malaparte la pensa diversamente. E ce lo spiega raccontando due uomini. La classe e la tenacia, Fausto Coppi e Gino Bartali.
Stefano
Giudizio: 9/10 ««««««««««
Giudizio: 9/10 ««««««««««
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