Gli italiani in Germania possono lamentarsi di molti aspetti del lifestyle tedesco. Io, una cosa da mettere in cima alla classifica l'ho trovata quasi subito, già all'inizio della prima esperienza lavorativa in Germania. Ed è il caffè. Gli italiani si lamentano a buon diritto del caffé qui servito, e poche sono le eccezioni. Mentre nella direzione inversa, non ho mai avuto modo di sentire un tedesco criticare il caffè italiano. "Acqua che sa di caffè", "Caffè diluito", "Acqua macchiata", "Bevanda al sapore di caffè", questi alcuni dei modi per definire meglio ciò che qui viene chiamato Kaffee. Ma perché il caffè tedesco è veramente così... così diverso dal nostro standard? I fattori principali sono essenzialmente due.
Paul Cezanne, Donna con caffettiera (1895) |
Il primo è il tipo di preparazione. In Italia il meccanismo di preparazione del caffè, che sia espresso o che venga prodotto tramite la moka, è in sostanza una percolazione ad alta pressione. Poco liquido, tanta intensità: una vera delizia. In Germania invece, il caffè si prepara per infusione, tramite l'utilizzo della Kaffeekanne. Come se fosse un tè... L'acqua calda viene versata su di un filtro di carta, attraverso il quale viene rilasciato il caffè. È facile intuire come l'intensità della bevanda sia decisamente inferiore. Non scherzo se dico che sembra di bere acqua insaporita all'aroma di caffé. Qualche tempo fa trovai in rete una splendida descrizione di quanto il caffé tedesco sia scialbo: "Prima di finirlo stai già iniziando ad espellerlo".
Chicchi magici (fonte: littlecloudydreams.wordpress.com) |
Il secondo importante fattore è la tostatura, paradossalmente più forte di quella cui gli italiani sono abituati, che conferisce al caffè tedesco un certo retrogusto di bruciato. L'intensità della tostatura però viene resa vana a causa del metodo di preparazione, ed è secondo me proprio quest'ultimo ad inficiare sulla bontà della bevanda. Che però è amatissima dai tedeschi, quasi al livello della birra. I dati affermano che in Germania viene consumata ogni anno una quantità annuale di caffè procapite di oltre 7 chili. L'Italia si ferma a "soli" sei chili di caffè. Non a caso, alla mattina e dopo pranzo, difficilmente ho visto scrivanie senza la tazzona di quel triste caffè di colore tendente al beige.
Lo dicono pure i libri di tedesco! |
La nostra amata macchina espresso |
Qualcuno si sarà chiesto come mai un espresso può costare più di due euro, quando già in Italia si è pronte ad etichettare come costoso un espresso che supera il costo di un euro. Beh, in Germania vige una strana tassa, la Kaffeesteuer: su ogni chilogrammo di caffè (tostato) vige un aggravio fiscale di 2.19 €, per un gettito fiscale di 600 milioni di euro annui. Ed è un'imposta - notare bene - che esiste dal XVII secolo, quando ebbe luogo un forte incremento del consumo di caffè.
Quello che succede in Italia. Illustrazione tratta da Trieste sottosopra di Mauro Covacich |
Dulcis in fondo, discorso cappuccino. Qui lo puoi trovare servito ad ogni ora. Anche dopo cena... roba da fare inorridire anche il più fermo dei camerieri italici.
Ma questa, non è l'Italia. È la Germania, bellezza.
Bis bald!
Stefano
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