Ci sono storie e
storie.
C’è la storia di
una maratona, l’ultima, a Venezia, terminata con successo, con il nuovo record
personale e con la liberazione da un piccolo incubo. Per molti può essere una
storia insignificante, per me è essenziale.
Poi c’è la storia
nascosta, quella che è scritta nelle molecole di due cuori che proprio sullo
sfondo di una maratona si sono conosciuti e si sono uniti. Era destino che con
una maratona dovessero consolidarsi definitivamente.
Una pazza idea mi
frulla in mente durante le maratone del 2013, che avrei potuto chiudere più
velocemente se non fosse stato per un semplice gesto d’amore. Perché non
rendere questo atto di amore… definitivo? Ci ho pensato un anno, sul quando,
sul dove e sul come. Non sul perché, in quanto non c’è neanche un perché, tutto
è così semplice e naturale. Quando: una maratona. Dove: Venezia è perfetta.
Come: eh, come… un oggetto metallico nella tasca posteriore dei pantaloncini e
il fiato per una sola domanda, diretta.
La stanchezza dei
chilometri percorsi per raggiungere Venezia offusca i ricordi, li annebbia.
Ricordo il tremore delle mie dita per l’emozione, prima del Canal Grande. Uno
sguardo che cerca tra la folla. Il sorriso mio, il tremore suo. Le lacrime
quando mi volto verso destra, per guardarla. Un tenero abbraccio alla fine di
tutto.
Non c’è altro da
aggiungere. Altrimenti non avrei raccontato il lato nascosto di un’assurda
emozione.
Der Kuss |
Bis bald!
Stefano
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