Orio Vergani
Coppi sul Passo Pordoi nella tappa Auronzo di Cadore-Bolzano del Giro d'Italia 1953 (fonte: poliziadistato.it) |
Ciao a tutti!
Il 2 gennaio di ogni anno, il pensiero va sempre a lui, a Fausto Coppi, il "Campionissimo", il "Grande airone", chiamatelo come volete. Uno dei migliori interpreti del ciclismo più romantico, quello dei grandi distacchi, delle strade sterrate e del tubolare in spalla. O del ciclismo che univa gli italiani divisi tra DC e PCI nel primo dopoguerra, del ciclismo che faceva sognare tutti, dai piccoli ai vecchi.
Il 2 gennaio del 1960 moriva a Tortona, per una malaria non diagnosticata, quello che è unanimemente riconosciuto come il più grande ciclista di tutti i tempi.
Credo che sia importante non dimenticare mai un personaggio del calibro di Coppi. Perché ancora oggi può essere una fonte d'ispirazione per i giovani ciclisti. Perché una leggenda come Fausto, non può essere dimenticata...
A presto!
Stefano
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