martedì 26 maggio 2015

Da non chiamare "montagna"

Ciao a tutti!
A più di venti mesi dall'inizio di questa fase della mia vita, in cui mi trovo a vivere in Germania - era il 14 settembre 2013 - posso finalmente affermare di avere fatto del trekking anche in territorio tedesco. Può sembrare incredibile ma è così: le passeggiate in montagne sono una prerogativa della bella stagione, certo, ma l'anno scorso ho preferito dedicarmi ad altro... E ho così trascurato una grande passione, forse la più grande, il trekking, probabilmente anche superiore alla corsa.

Bischofsheim an der Rhön dalle alture del Kreuzberg

Non poteva essere che nell'area della Rhön la mia prima avventura a piedi in Germania. È un gruppo collinare (chiamarle montagne sarebbe eccessivo) proprio al centro del territorio tedesco, suddiviso tra tre diversi Land: Baviera, Assia e Turingia. Per i franconi queste sono montagne. Io, abituato a ben altre forme, pendenze e altitudini, le considero niente più che colline. Inizio col botto: la mia prima salita è al Kreuzberg, un'enorme collina che con i suoi 928 metri rappresenta la terza cima della Rhön. Il Kreuzberg è una delle aree più importanti della Rhön: ai suoi piedi c'è una fitta rete di sentieri e numerosi rifugi, dalla sua sommità si gode di un ottimo panorama, vi si trova un piccolo monastero francescano che richiama numerosi turisti soprattutto per la birra che ivi viene prodotta. E poi, è la stazione sciistica più importante della Rhön...

Burgwallbach

Il Kreuzberg si può raggiungere da molte direzioni. Sono svariati i sentieri chiamati "Kreuzbergweg" che portano alla terza cima della Rhön, facilmente identificabili dal triangolino rosso. Io opto per il sentiero che parte dal versante orientale, per la precisione da Schönau an der Brend. Il Kreuzberg è lontano da qui, sarebbero circa quindici i chilometri da percorrere, ma non me ne curo molto. Nonostante la geografia di quest'area mi è ancora piuttosto oscura, so che queste sono colline che difficilmente presentano salite faticose. Ho percorso più volte le due autostrade che attraversano la Rhön, la A70 verso Kassel e la A71 verso Erfurt, e dall'abitacolo mi è parso chiaro che qui, per faticare, bisogna solo macinare chilometri.

Riserva di legna

Parto di buona lena dalla frazione di Kollertshof per puntare verso ovest. C'è da attraversare la Burgwallbacher Forst, un grande bosco che prende il nome da una frazione di Schönau, Burgwallbach, che incontro dopo tre/quattro chilometri di cammino. Da qui si taglia in orizzontale la foresta fino a toccare la strada 288 che collega Bad Kissingen a Bischofsheim an der Rhön. Da qui inizia la vera "salita" verso il Kreuzberg. Rimanendo sempre nel bosco, ma alternando qualche pascolo e una prateria che probabilmente in inverno si trasforma in pista da sci, si salgono ancora poco meno di quattrocento metri. È chiaro quale sia il Kreuzberg, un'immensa torre farcita di ripetitori rappresenta la punta di questa massiccia collina.
Sul Kreuzberg si nota inoltre il profilo di tre croci: è il culmine di una via crucis che parte proprio dal monastero poco più in basso. Qui vi è una terrazza panoramica che punta verso ovest e permette di spaziare con lo sguardo verso il Rhön dell'Assia. Ma il punto panoramico migliore, a mio avviso, è lungo il percorso e permette di avere un grande colpo d'occhio su Bischofsheim an der Rhön.



Il percorso e l'altimetria verso il Kreuzberg (928 metri di altitudine)

Una nota sui boschi che ho attraversato: si estendono su spazi larghissimi (mai visto in Italia, anche se va detto che la geografia italiana è ben diversa) e sono estremamente curati. In parte i sentieri che lo attraversando sono chiaramente risultato dell'attività dei boscaioli della Rhön, quindi molto estesi e poco sconnessi; in parte essi attraversano una natura che pare rimasta tale da centinaia di anni, come se non fosse mai stato toccato un ramo. I sentieri della Burgwallbacher Forst sono perfetti per una passeggiata all'aria aperta, a piedi o in mountain bike (incrociate a decine). Ancora meglio se in compagnia, le salite scarse o poco impegnative non fanno venire il fiatone...

Cima... meglio dire un altopiano

Però è innegabile che questo trekking, lungo e tutto sommato stancante - ho camminato per quasi trenta chilometri - lasci un pochino l'amaro in bocca. Due anni fa calcavo ben altri sentieri, ben altre montagne. Altre difficoltà, e altre soddisfazioni. La realtà di oggi è fatta di colline, non più di grandi monti e panorami mozzafiato. Una realtà che fa salire alle stelle la nostalgia per la mia terra, che da montagne è circondata e grazie ad esse vive.
Bis bald!
Stefano

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