lunedì 14 marzo 2016

Schmeckt gut!

Ciao a tutti!
L'Italia e la Germania sono due nazioni che, culinariamente parlando, mi hanno portato a dover fare delle scelte obbligate estreme. Quali sono i prodotti enogastronomici simbolici di Italia e Germania? Se chiedete in giro, probabilmente l'80% risponderà rispettivamente la pizza e la birra. Io, che sono celiaco, debbo rinunciare per forza ad entrambe. Alcuni amici, senza cattiveria ovviamente, hanno riso e continuano a ridere di questo fatto: da italiano, non posso mangiare la pizza; da espatriato in Germania, non posso bere la birra. La celiachia, per chi vive in Italia o in Germania, può essere vissuta come un problema.
Con l'intento di fugare ogni dubbio, voglio innanzitutto spiegare con parole semplici cosa è la celiachia: una malattia cronica dell'intestino tenue che causa una ipersensibilità ad una proteina chiamata glutine, fondamentale in cucina per conferire ai prodotti da forno coesione ed elasticità. L'intolleranza al glutine persiste per tutta la vita ed è in parte ereditaria (anche se le origini non sono ancora state chiarite). L'unica misura per contrastare il problema è una dieta priva di glutine. Ma il glutine è presente nel grano, nell'orzo e in molti altri cereali, quindi in molti alimenti. Ed è un problema che non ha una sintomatologia specifica, può colpire in diverse forme e a diverse età. Il miglioramento continuo delle tecniche di screening sta rivelando un continuo aumento di persone intolleranti al glutine: in Germania siamo in ottocentomila (!!!), che in percentuale significa l'1% dell'intera popolazione.

Ecco la mia prima pizza rucola

Essere celiaci non vuol dire necessariamente essere malati. Con la giusta dieta si possono realizzare grandi cose. Io ho corso (finora) sette maratone e completato percorsi durissimi nelle Alpi; non voglio peccare di presunzione, ma ciò che ho fatto è qualcosa che tante altre persone non celiache non possono neanche sognare di realizzare. E alcuni atleti dimostrano come essere celiaci non sia una barriera al conseguimento di grandi vittorie sportive: il tennista serbo Novak Djokovic, il rugbista italiano Martin Castrogiovanni e il calciatore tedesco Jérôme Boateng sono tutti e tre affetti da celiachia.
La differenza è più psicologica: non è facile andare in pizzeria o in birreria e non poter condividere il piacere di una pizza o di una birra con gli amici. Ci sono alternative, certo, ma a volte non può esser la stessa cosa. Sulla birra è più facile: soprattutto in Italia, alcuni marchi commercializzano da tempo birra priva di glutine. Nient'affatto male. Con la pizza è ben più difficile: farla a casa non può essere la stessa cosa. Mia mamma ci ha provato tante volte, ma il risultato è sempre stato ben lontano da quello che mi ero immaginato. Qualche pizzeria si cimenta nel fornire anche una versione glutenfree, ma in Italia erano sempre posti estremamente scomodi. Il bello di andare a mangiare una pizza sta anche nel non doversi muovere di tanti chilometri.

Senza glutine ma con gusto

Ma le pizzerie abbondano anche in Germania. Perchè la pizza è buona, è simbolo della nostra cucina all'estero, e perché di italiani in Germania ce ne sono veramente tanti. La pizza celiaca l'abbiamo trovata a pochi chilometri da casa nostra, a Grafenrheinfeld, paese famoso per la sua centrale nucleare, ora inattiva. Ci siamo andati qualche sera fa, con la scusa di festeggiare un evento per noi importante, e ne siamo rimasti entusiasti. Perché alla pizzeria "Ai Due Galli" di Grafenrheinfeld: 1) alla veneranda età di trent'anni, ho mangiato la mia prima vera pizza, e 2) secondo l'autorevole parere di Giulia, la versione gluten-free non è molto diversa da quella celiaca.
Cambia l'impasto e i suoi ingredienti, ovviamente, ma il condimento è sempre lo stesso - con due euro in più sul prezzo della versione "normale". Qualcuno può storcere il naso, ma chi è celiaco ben sa quanto siano più costosi gli ingredienti privi di glutine. Per soli due euro in più, non ci si pone di certo il problema di rinunciare ad una vera pizza...
Bis bald!
Stefano

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