È il giorno di vigilia, oggi. Un giorno sempre un po' strano, in cui si concentra l'attesa di mesi e settimane, trascorse a riflettere, a sognare, sperare. Si torna dunque in montagna, su montagne vere. E che montagne, le più alte d'Europa, forse anche le più belle. Sicuramente, quelle che io amo di più. Le collinette della Rhön sulle quali pensavo di trovare un buon surrogato di montagna sono lontane ora. Ora ci sono solamente giganti di pietra e ghiaccio, sui quali sentieri non vedo l'ora di costruire una nuova avventura, da portare sempre con me. Esattamente come poco meno di tre anni fa, quando a completai la mia prima alta via, l'Alta Via dei Giganti.
Val Veny. Foto di archivio, 25 giugno 2011 |
Non nascondo comunque un po' di preoccupazione. Ma credo sia normale. Nonostante una parte del percorso sia già a me conosciuta (credo circa il 15%), ci sono molti punti sconosciuti che possono essere insidiosi. Non è un alta via pericolosa (non lo era neanche l'Alta Via dei Giganti), ma ci saranno sicuramente porzioni di sentiero esposte. Penso soprattutto ai due passaggi che superano i tremila metri, come il Col Lauson (tra la Valle di Cogne o la Valsavarenche) o il Col d'Entrelor (tra la Valsavarenche e la Valle di Rhêmes) e alla possibilità di incontrare nevai sul sentiero. Confido nelle temperature torride di questi giorni e nell'arguzia degli antichi camminatori che scelsero i punti più liberi da neve per i loro sentieri.
Salendo al Rifugio Deffeyes. Foto di archivio, 16 giugno 2012 |
Già, il caldo record. L'anticiclone africano Flegetonte dovrebbe concedermi tempo molto stabile almeno per la prima metà di alta via, ma la tendenza è positiva anche per la prossima settimana. Si consoliderebbe dunque la tradizione (positiva) nell'indovinare le settimane giuste per affrontare un lungo cammino in montagna. Già nel 2012, sull'Alta Via dei Giganti, e nel 2013, sull'Alta Via dei Camosci, nelle Dolomiti, sono stato molto fortunato.
Dall'altro lato, il caldo pare sarà atroce anche in quota. Per esperienza, le ondate di caldo torrido si fanno sentire anche in montagna se alle prese con il trekking (con uno zaino pesante). In passato, mi sono trovato a sostituire la maglia anche una volta ogni ora, pur di non dover camminare con indumenti lerci di sudore.
Lago Combal, Val Veny. Foto di archivio, 26 giugno 2011 |
L'allenamento è forse il fattore più incognito. Data l'assenza di vere montagne attorno a me, non ho potuto allenarmi sul terreno vero e proprio che incontrerò da domani. Ho dovuto rassegnarmi ad un allenamento che a piace definire "surrogato", un mix di simulazioni e di tecniche prese in prestito alla maratona. Micidiali ripetute nelle brevi ma ripidi salite dei quartieri residenziali nella zona orientale di Schweinfurt, un vero spezzafiato. Molti chilometri sul pianeggiante (alcuni anche in bici), ma soprattutto dislivelli importanti coperti sul tapis roulant.
Ecco un po' di numeri che possono spiegare meglio l'allenamento in vista dell'Alta Via n.2:
- attività per un totale di 632 chilometri percorsi (129 di corsa, 176 in bici, 327 di passeggiate e trekking);
- attività indoor per un totale di 42 chilometri (quasi tutti sul tappeto), attività outdoor per un totale di 590 chilometri;
- 9294 metri di dislivello coperti (1793 in corsa, 6132 sul tapis roulant, 1369 in passeggiate e trekking).
Il ghiacciaio del Rutor. Foto di archivio, 17 giugno 2012 |
Anche quest'anno lo zaino sarà uno dei fattori che incideranno di più. Il peso rimane all'incirca quello di sempre, intorno ai venti chilogrammi (24 alla partenza, per la precisione). Proprio per questo, l'allenamento svolto in palestra, su addome, spalle e schiena, sarà fondamentale. Tutte riflessioni che faccio a cuore e mente aperta, anche se alla fine, tutti i conti si faranno solo a partire da domani... quando comincerò da Donnas i 176 chilometri che mi porteranno (mi auguro) a Courmayeur.
A presto e... hold on!
Stefano
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