"Pantani fa una strada tutta sua, in salita. Eppure è lì, ci sta dietro, non li molla, agile, diritto come una freccia, proprio come quando scatta sulle sue montagne e senti fare crack: la forza di gravità si spezza in due: una è per Pantani e lo fa volare su, l'altra è quella nostra, normale che ci trascina in basso. A un certo punto, questa forza lo chiama e lui risponde; nessun movimento, nessun gesto superfluo, impeccabile e implacabile. Un taglio secco, che non ammette repliche, correzioni, pentimenti. Quando Pantani sente che la salita è salita e che la sua gravità comincia a funzionare, taglia via quell'invisibile, resistentissimo filo che lega i corridori tra loro, stringe occhi e denti, orecchie ritte alla voce che gli ha imposto questo tremendo-stupendo mestiere, ed è aut-aut."
Massimo Cacciari
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Il viso sereno di Marco Pantani con la maglia gialla sulle spalle... (fonte: biciexpresscatania.it) |
Quanto manca un corridore così al ciclismo, allo sport, all'Italia. Ogni anno è un'assenza sempre più pesante e apparentemente incolmabile...
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