domenica 10 marzo 2013

Lago di Malciaussia

Ciao a tutti,
ad una settimana dall'evento podistico a cui parteciperò, la Zurich Maratò de Barcelona, mi sono concesso ancora una piccola escursione in montagna con le ciaspole. Sperando che non sia l'ultima: di neve (e anche discreta) ce n'è ancora, ma la primavera è ormai alle porte e probabilmente dovrò aspettare Pasqua per calzare di nuovo le mie rosse racchette da neve.

Le mie care ciaspole...

La meta di oggi rappresenta una novità assoluta per me. Non tanto per la meta raggiunta, dato che il mio animo esploratore mi fa compiere normalmente sempre nuovi percorsi, quanto per la zona prescelta. Oggi mi sono addentrato in Val di Viù, la valle più meridionale delle Valli di Lanzo. Dove non ho praticamente messo piede, nonostante molti appassionati, Stefano e Luca su tutti, mi hanno sempre consigliato, descrivendole come luoghi paesaggisticamente incantati. La ragione della mia scarsa conoscenza è presto detta, per starmene in Piemonte, è più facile salire in Val Chisone o in Val Po. Dove di posti spettacolari ce ne sono eccome. E senza, soprattutto, doversi sobbarcare almeno un'ora e mezza di auto con passaggio sulla tangenziale di Torino. E per di più, senza le strade sconnesse che hanno caratterizzato l'ultimo tratto di strada che da Viù porta a Margone, dove ha inizio la salita verso la destinazione di giornata, il Lago di Malciaussia.

Con il Rocciamelone sullo sfondo...


Si sale lungo la strada che porta all'invaso artificiale. Non è durissima, si sale agevolmente tra piccoli boschi e alcune baite diroccate fino a quota 1700 metri, dove il paesaggio cambia e si inizia ad intravedere la diga. La strada ora costeggia il fianco sinistro orografico della valle, fino ad arrivare al gruppetto di costruzioni in punta al lago artificiale. Tutto ciò quando di fronte si staglia maestoso il Rocciamelone. Che, visto da questo lato, ha ben altro aspetto. Fa più impressione!

La Val di Viù vista lungo la discesa a Margone

Micidiale il colpo d'occhio sul lago e i pendii che lo circondano: è tutto bianco! Si riesce a vedere solo qualche chiazza di grigio-azzurro, chiaro segno che lo strato di neve sta per sciogliersi. In fondo è marzo e la temperatura è decisamente alta. Non a caso, i segni dello scioglimento delle nevi sono ben visibili. Infatti, raggiunto il lago scendo verso il rifugio Vulpot e seguo una lieve traccia lungolago fino alle casupole di Pietramorta. Dove le grondaie schizzano acqua a destra e manca. Nel mentre che consumo un frugale pasto, provo a mettere la borraccia, ormai vuota, a raccogliere l'acqua (che non berrò) proveniente dalla grondaia della baita sul quale uscio sono comodamente appoggiato. Pochi minuti, e la borraccia è mezza piena.

Lago di Malciaussia: un'enorme distesa bianca...

Una lettura alla vicenda di Hermann Buhl e Kurt Diemberger sul Chogolisa, qualche minuto di riposo...con il passamontagna. Perchè la crema solare non fa parte del kit invernale da montagna. Sapere di doversi mettere addosso del biossido di titanio non mi piace tanto. E se ne posso fare a meno, evito. Doversi poi alzare dal tiepido "giaciglio" con un panorama così non è che faccia tanto piacere.

Scioglimento compilation

Perchè lo spettacolo, come è anche possibile vedere dalle foto, è immenso. Mi è capitato di dire a me stesso, lungo l'itinerario di ritorno, nel tratto in riva al lago, cose del genere "No, questo non può esistere". E invece esistono, e allora mi fermo, le osservo e le fotografo. E continuerei a fotografare, all'infinito.

No comment, che spettacolo! Le nuvole non possono coprire questa magia...

Come prima gita nelle Valli di Lanzo non c'è veramente male. Alla fine è un'ora e mezza la distanza in automobile che mi separa da queste zone, tutto sommato non è difficile da colmare. Quest'estate, se ci saranno sufficienti week-end disponibili, una capatina la devo fare di sicuro. Per ora, rimango con un bel ricordo di questa giornata sulla neve.

La parete nord-est del Rocciamelone

E non solo un ricordo. Anche una faccia bella rossa.
In fondo, a Barcellona ci devo arrivare pronto in tutti i sensi. Anche con una bella abbronzatura!
Ciao a tutti e buona serata!
Stefano

2 commenti:

  1. Al di là dell'ammirazione per ciò che fai, mescolata a un po' di sanissima (e come sai giustificata) invidia per la tua domenica... la cosa che più mi piace, leggendo i tuoi post, è il tuo atteggiamento contemplativo verso la montagna. E le sensazioni traspaiono ancora più forti quanto più il tuo stile è, credo per natura, asciutto e descrittivo, oserei dire a tratti documentario. Il sapersi dire "no, questo non può esistere" è una cosa bellissima, indice di una sensibilità particolare. Amare la montagna, faticare a rendersi conto che un certo panorama, una certa aria "può esistere" è accettare la propria natura umana. Qui si potrebbero, volendo, tirare in ballo il sublime, Kant e Burke. :)

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    Risposte
    1. La montagna è contemplazione allo stato puro: il silenzio e allo stesso tempo il suo assordante rumore ti invitano a riflettere!
      Se nel mentre ci aggiungi un libro di montagna, allora chiudi il cerchio...
      Non entro nel merito di Kant e Burke, rimango da solo con la mia vecchia saggezza =D

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