Lilli Gruber, Eredità
Ciao a tutti!
Lilli Gruber, giornalista storica della Rai e ora in onda su La7, non è di certo una persona che ha bisogno di presentazioni. E come tanti giornalisti televisivi, non disdegna di pubblicare libri (solitamente a sfondo storico-politico). Devo ammettere che Eredità, al momento il suo penultimo libro, mi ha colpito notevolmente. Consigliatomi da Giulia, che conosce la mia passione per le vicende che la storia ci ha insegnato, mi sono tuffato a capofitto in questa storia, una vicenda vera, reale, fatta di qualche momento di felicità e di tanta sofferenza.
La Gruber racconta sostanzialmente le vicissitudini dei suoi antenati, che ruotano intorno alla vita della sua bisnonna Rosa Tiefenthaler, una donna nata austriaca sotto l'Impero asburgico di Francesco Giuseppe I e morta "italiana" sotto il regime fascista in piena Seconda Guerra Mondiale. L'uso delle virgolette per italiana è d'obbligo: la storia di Rosa, donna orgogliosamente legata al vecchio Impero, non è altro che la storia dell'eterna lotta che si consuma in Sud-Tirolo fra la cultura austriaca, quella di origine, e la cultura italiana, quella di imposizione. Di questa storia non si sa molto - io stesso ammetto la mia ignoranza - e queste pagine aiutano a fare luce su questo pezzo quasi sconosciuto di un periodo storico, quello del fascismo, sul quale invece si sa moltissimo. La storia, intesa come entità superiore, spiega al mondo le verità di oggi: se tutt'oggi gli italiani non sono ben visti in Sud-Tirolo (e il sottoscritto ve lo può confermare) le ragioni sono radicate in alcuni decenni in cui questa regione si è sentita schiava di una nazione e di una tradizione che non aveva a che fare con la loro.
Eredità è certamente un romanzo di ampia godibilità, soprattutto per gli amanti della storia del Novecento. Lilli Gruber è meravigliosa nel narrare, anche attraverso dialoghi di fantasia, una vicenda concreta e che purtroppo ha lacerato le vite di molte persone. La sua narrazione è costantemente equilibrata; nonostante le sue origini tedesche e la sua crescita professionale avvenuta in Italia, riesce a rimanere sempre super partes, senza mai sbilanciarsi, senza imporre le sue possibili convinzioni a favore di una verità storica che ricerca in continuazione. L'unica pecca che posso attribuire a questo volume è quella tenue sensazione di incompiutezza che ho provato al termine: dopo pagine spese a descriverne il loro profilo, avrei voluto sapere (senza fermarmi alla morte di Rosa) cosa sarebbe successo ai protagonisti. Certo, c'è un seguito, però...
Bis bald!
Stefano
Giudizio: 9/10 ««««««««««
Giudizio: 9/10 ««««««««««
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