Nei giorni che ho trascorso in Italia a maggio, prima di sposarmi, conservo tanti bei ricordi. Il giorno del Giro d'Italia, in una Pinerolo tutta vestita di rosa, per esempio, è stato qualcosa di assolutamente incredibile. I bei tempi al seguito del Giro d'Italia, del Tour de France e delle grandi classiche, in compagnia della combriccola di amici più fidati, sono ormai passati e chissà quando ritorneranno con regolarità. Mi accontento però di questo, e delle emozioni che da esso scaturiscono.
Un Gimondi intento ad autografare libri... |
DI questo giorno, ricordo con piacere l'incontro con Felice Gimondi. Non gli ho parlato, eh - magari, ma con tutta la gente che c'era... - ma l'ho sentito. Le sue parole di grande vecchio del ciclismo sono musica per le mie orecchie. A Pinerolo presenta il suo libro, Da me in poi, in cui racconta la sua carriera in sella ad una bicicletta, la sua rivalità con Eddy Merckx e riscrive, secondo la sua visione, la storia del ciclismo moderno. Le sue parole aiutano a comprendere un mondo, fuori e dentro la ristretta cerchia del ciclismo - completamente diverso da quello di oggi. Un esempio è l'aneddoto legato ai suoi primi anni di corsa: prima di passare professionista faceva il postino, professione che gli consentiva di restare in allenamento. Quando fu chiamato ad affrontare il suo primo Tour, quello che poi vinse, nel 1965, «mio padre mi diede il permesso e così iniziò l’avventura; mi dissi: provaci e, se va bene, al ritorno dai le dimissioni da postino e fai solo il corridore».
...e a raccontare il ciclismo |
Ma la grande lezione di Felice Gimondi, quella l'ho vista mentre firmava gli autografi. Ad un certo punto si avvicina un ragazzetto (dieci-dodici anni), che gli chiede un autografo sul suo libro. Indossa una maglietta di una squadra dilettantistica; Gimondi la nota e gli chiede: «Fai le corse?». Il ragazzino annuisce. Gimondi continua, con tono severo ma amorevole: «Guarda che per fare il corridore servono due cose: parlare poco e menare duro». Una lezione di vita in diretta, griffata Felice Gimondi, campione del mondo.
Bis bald!
Stefano
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