C'è modo e modo di trascorrere un giorno di vigilia. C'è anche vigilia e vigilia. Una maratona? Un esame all'università? Un viaggio verso terre lontane? No, la vigilia delle vigilie: il giorno prima del proprio matrimonio. Due giorni prima, per la precisione, quando molti sarebbero stati indaffarati tra nervosismi e ultimi preparativi in vista della cerimonia, io me ne sono andato in montagna. Perché in fondo è proprio tra i monti che ho preso alcune tra le decisioni più importanti della mia vita - tra cui quella di trasferirmi in montagna. L'idea di potermi chiudere in me stesso, anche solo per poche ore, prima di un giorno così importante, mi faceva sentire bene. E così ho fatto.
Nonostante il caldo di quell'ultima settimana di maggio, non avevo voglia di avventurarmi in alta quota. Troppo recenti le ultime nevicate e ancora troppo bassa la neve sui crinali. Opto per una passeggiata tranquilla e quasi "dietro casa": da Pra del Torno (dove sorge un tempio valdese), poco sopra Angrogna, in direzione Alpe Sella, itinerario che da tempo volevo percorrere. La scelta di rimanere a bassa quota paga: gli ultimi nevai coprono ancora i canaloni e anche le cime poco oltre i duemila sono ancora bianche. Però fa caldo, un caldo afoso, un caldo che offusca anche i rilievi più vicini. La mia passeggiata nelle valli valdesi si rivela non tanto un trekking di montagna ma un veloce cammino su una carrozzabile ampia e comoda, in costante ascesa ma mai troppo ripida, proprio ciò che ci vuole, per non stancarsi e non correre rischi superflui. Potrei passare per il rifugio Sap, ma allungherei e lo troverei comunque chiuso, non avrei neanche la scusa di fermarmi per pranzo, ecco. Via per la strada più diritta verso l'Alpe Sella. In fondo, voglio salire per trovare tranquillità nel silenzio che niente come la montagna, la migliore valvola di sfogo dalla tensione che ci affligge ogni giorno, è in grado di donarmi.
Arrivo all'Alpe Sella: non essendoci mai stato non sapevo bene cosa aspettarmi da questo posto. Trovo casette in pietra disposte disordinatamente su un pianoro erboso. Alcune paiono in buone condizioni, altre meno. Chissà se qualcuno porta ancora qui il suo bestiame. Ci sono io, ed io soltanto, in questo posto che sembra sia stato dimenticato dal mondo. Le nuvole che fanno capolino ad intermittenza rendono questo luogo ancora più spettrale. Non chiedevo di meglio, sinceramente. Mi siedo su un roccione e guardo la valle di fronte a me; mi perdo, assorto nei miei pensieri, torno indietro nel tempo, riportando la mente a sentieri solitari e a strade di città che già profumavano di amore, a lunghe autostrade che mi portavano lontano e all'acqua sulla quale avevo deciso di iniziare un nuovo viaggio, lungo. Lunghissimo, si spera, il più possibile. Niente come la montagna può riportarmi così indietro e farmi ripensare a quei momenti, strappandomi un sorriso. Che mi accompagna lungo tutta la discesa verso Pra del Torno, sempre più conscio del grande passo.
Alpe Sella |
Nonostante il caldo di quell'ultima settimana di maggio, non avevo voglia di avventurarmi in alta quota. Troppo recenti le ultime nevicate e ancora troppo bassa la neve sui crinali. Opto per una passeggiata tranquilla e quasi "dietro casa": da Pra del Torno (dove sorge un tempio valdese), poco sopra Angrogna, in direzione Alpe Sella, itinerario che da tempo volevo percorrere. La scelta di rimanere a bassa quota paga: gli ultimi nevai coprono ancora i canaloni e anche le cime poco oltre i duemila sono ancora bianche. Però fa caldo, un caldo afoso, un caldo che offusca anche i rilievi più vicini. La mia passeggiata nelle valli valdesi si rivela non tanto un trekking di montagna ma un veloce cammino su una carrozzabile ampia e comoda, in costante ascesa ma mai troppo ripida, proprio ciò che ci vuole, per non stancarsi e non correre rischi superflui. Potrei passare per il rifugio Sap, ma allungherei e lo troverei comunque chiuso, non avrei neanche la scusa di fermarmi per pranzo, ecco. Via per la strada più diritta verso l'Alpe Sella. In fondo, voglio salire per trovare tranquillità nel silenzio che niente come la montagna, la migliore valvola di sfogo dalla tensione che ci affligge ogni giorno, è in grado di donarmi.
Il tempio valdese di Pra del Torno |
Arrivo all'Alpe Sella: non essendoci mai stato non sapevo bene cosa aspettarmi da questo posto. Trovo casette in pietra disposte disordinatamente su un pianoro erboso. Alcune paiono in buone condizioni, altre meno. Chissà se qualcuno porta ancora qui il suo bestiame. Ci sono io, ed io soltanto, in questo posto che sembra sia stato dimenticato dal mondo. Le nuvole che fanno capolino ad intermittenza rendono questo luogo ancora più spettrale. Non chiedevo di meglio, sinceramente. Mi siedo su un roccione e guardo la valle di fronte a me; mi perdo, assorto nei miei pensieri, torno indietro nel tempo, riportando la mente a sentieri solitari e a strade di città che già profumavano di amore, a lunghe autostrade che mi portavano lontano e all'acqua sulla quale avevo deciso di iniziare un nuovo viaggio, lungo. Lunghissimo, si spera, il più possibile. Niente come la montagna può riportarmi così indietro e farmi ripensare a quei momenti, strappandomi un sorriso. Che mi accompagna lungo tutta la discesa verso Pra del Torno, sempre più conscio del grande passo.
Ah, per la cronaca. Avrei dovuto impiegare due ore per salire all'Alpe Sella. È bastata poco più di un'ora. Le gambe rimangono buone, in strada come in montagna!
Bis bald!
Stefano
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