Dalle nostre parti, dove tradizionalmente l'inverno è più lungo, pare che finalmente la primavera sia arrivata. Le temperature sfiorano i 20°C e non scendono più sotto lo zero, gli alberi sono finalmente in fiore e il loro bianco costrasta eccezionalmente con l'azzurro di questi primi giorni veri di Frühling. È dunque giunta anche l'ora di metter fine ad una tradizione che quest'anno è stata decisamente familiare, il bicchiere di Glühwein prima di andare a letto. Riconosco al germanico vin brûlè, vino (tradizionalmente rosso) aromatizzato agli agrumi, alla cannella e ai chiodi di garofano e in alcuni casi altra frutta, doti al limite del terapeutico. L'anno scorso zero malanni, quest'anno la bronchite l'ho presa, combinazione proprio nel momento in cui questa mia usanza era venuta meno, durante i giorni di Natale trascorsi in Italia. Credo (pur essendo conscio che sia una cosa più mentale che fisica) che la buona salute che mi ha accompagnato nei mesi invernali, fatti anche di sudore, palestra e corsa, sia dovuta alla quotidiana assunzione di Glühwein - o dell'analcolico Glühpunsch. Il Glühwein è stato anche unico alcolico che mi sono concesso durante i tre mesi di preparazione per la maratona. Sai che roba, il tasso alcolico si aggira al 9%...
Come una collezione |
La quantità assunta è tutto sommato considerevole e credo che la Gerstacker (nota produttrice di Glühwein, con sede a Norimberga) possa essere contenta. Tra me e Giulia, sono ben 22 i litri di Glühwein/Glühpunsch, le cui bottiglie sono diventati dei coloriti soprammobili. Che ora ci appresteremo a togliere (vero, Giulia?): non vorrei che i nostri ospiti ci scambiassero per ubriaconi...
Bis bald!
Stefano
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