Conciliare l'allenamento per la maratona con i vari impegni, specie se aumentati esponenzialmente a causa del rientro pasquale in Italia. Impegni lavorativi, un viaggio di rientro, un insolito tour del Piemonte: trovare il tempo per correre - soprattutto per i lunghi - non è assolutamente facile. Ancora una volta, però, ce l'ho fatta, chiudendo gli ultimi dieci giorni di allenamento con quasi novanta chilometri di sessioni da oltre due ore di corsa, tre sessioni svolte con grandi, enormi, differenze.
Ho cominciato due sabati fa con un classico lungo lungo la Mainradweg, sede sempre ottima di allenamenti di qualità. Conosco bene il percorso, i punti più duri e quelli più facili, e psicologicamente è un grande aiuto. L'obiettivo era di correre circa 27 chilometri ad un ritmo di circa 4'50"/km, un ottimo passo anche se non ai livelli di qualche mese fa. Nel vento che soffia lungo la valle del Meno prima, e sotto un sole inaspettato dopo, ho percorso i chilometri prefissati sotto intorno a 4'45"/km, esattamente ai livelli pre-Venice marathon.
Il maltempo che ha sferzato la Germania con condizioni meteo paradossali, grandine, neve, pioggia gelata, vento e sole, tutto nel giro di poche manciate di minuti, mi ha costretto durante la settimana di Pasqua a correre ripetute in palestra, sul tapis roulant. Mai avrei immaginato di dover correre anche un lungo in palestra, ben trenta chilometri. In compagnia del mio e-book reader e de La donna giusta di Sandor Marai, ho percorso 29,3 chilometri. Teoricamente mi ero prefissato di dividere i trenta chilometri in tre sezioni da dieci chilometri, in quanto una singola sessione sul tapis roulant non può oltrepassare la durata di un'ora. Ce la stavo per fare... quando poi è caduta la corrente. Settecento metri al termine. Mi guardo: completamente ricoperto di sudore, davanti ad una plancia altrettanto sporca di sudore, mi sono detto: a che pro? Settecento metri non mi cambieranno la vita e metto fine a questa sofferenza: correre sul tappeto quando dentro la temperatura è di venti gradi e forse più, allo stesso ritmo (4'45"/km) tenuto in esterna, è cosa dura e sfibrante.
La mia amata ciclabile... |
La quota trenta l'ho superata la mattina di Pasqua. Pochi gradi, un po' di vento e tante nuvole non mi hanno impedito di rimettermi in pantaloncini e maglietta per correre sulle strade di casa, prima del pranzo di Pasqua - che consumerò con meno patemi d'animo. Quasi trentuno chilometri ancora a 4'45"/km sono un ottimo risultato: aumento il chilometraggio senza perdere ritmo. E con una piacevole aggravante, quattro/cinque chilometri corsi in compagnia di un podista vigonese, con il quale ho parlato di tante cose, di corsa, di Germania e di Italia, dimenticandomi per una mezz'oretta della fatica che si stava accumulando. Parlare e correre in contemporanea è sempre un bell'allenamento per il fiato...
Ancora un lungo di grande spessore (intorno ai trentacinque chilometri) e poi una mezza maratona di rifinitura finale, buona tradizione che mi porto dietro dal 2013, ancora cinque/sei uscite di ripetute, ancora due settimane di corsa a perdifiato o di corsa spaccagambe. Poi si inizierà a parlare di quarantadue chilometri, per una nuova caccia al personale. Yes, I can...
A presto!
Stefano
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