Essere un tifoso della Juventus è sempre un qualcosa che regala soddisfazioni. È una frase ovvia? Si, lo è fintanto che si parla delle vittorie sul campo, quelle sono sempre arrivate a grappoli. Non lo è più quando decidi di esporti in pubblico con una maglia che reca sul petto il simbolo della tua squadra. A maggior ragione quando, per caso (veramente, per puro caso), lo fai il giorno dopo una grande vittoria.
Normalmente funziona così. Sei della Juve? Sorridi e fai un cenno di approvazione. Non sei della Juve, quindi fai parte della metà di tifosi italiani con il fegato spappolato dall'epatite bianconera? Guardi storto e stai zitto, incassi. Qualche stupido temerario che insulta c'è, comunque, lo incontrai durante la mia seconda partecipazione alla Turin Marathon.
0-3 e tutti a casa (fonte: juventus.com) |
Ieri, invece, ho visto un bell'esempio di tifo come si deve, di tifo onesto e corretto. Zona di Borgomanero (che immagino essere popolata da molti tifosi milanisti ed interisti), autogrill sulla A26, ultimo espresso fatto a regola d'arte prima di superare il confine italo-svizzero. La barista, in vena di chiacchere, mi racconta della figlioletta con lei allo stadio dalla tenera età di un anno. Poi ci concediamo una piccola spesa da destinare ai miei colleghi tedeschi. Ci cade un oggetto di questa spesa e un gentilissimo signore ci avverte... "Attenzione, vi è caduto questo... anche se sono milanista". Replico garbato: "Beh, dai, voi siete gli unici degni rivali che abbiamo avuto in questi anni...". E allora, con molta onestà: "È vero, ma ora siete troppo forti". Bello svegliarsi così la mattina, e vedere che si può respirare un clima sereno parlando di calcio. Poi pensi (senza citare tutta la cronaca dei mesi scorsi) a qualche ora prima: cori infamanti verso la squadra avversaria e curve chiuse. No, non ci siamo ancora. Il sogno realizzatosi in pochi minuti di una mattina di primavera è ancora una grande utopia.
Bis bald!
Stefano
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