È passato poco meno di un mese dall’ultima corsa, la Mezza di Varenne (vedi post del 9 maggio), ed eccomi ritornato alle competizioni. Nessun chilometraggio a doppia cifra, nessun personale da infrangere. Alla partenza, il gusto ed il piacere di una corsa e di una sana competizione. All’arrivo, riconoscere lo scarso allenamento dell’ultimo mese. Pienamente voluto, comunque.
Dopo l’ultima mezza maratona a Vigone e il piccolo infortunio subito durante questa gara, necessitavo di uno stop. Per riprendere fiato, per recuperare il polpaccio, o più semplicemente per staccare un po’ la spina. Ho corso poco, qualche chilometro dopo il lavoro, giusto per non perdere l’abitudine. Niente tabelle di allenamento, niente carichi. In compenso ho lavorato in montagna ed in palestra, per preparare ciò che riserverà, spero, la stagione estiva (ma questa è un’altra storia…). E ho ricaricato la batteria del morale dedicandomi anche alla persona che ora mi sta rendendo un uomo… iperfelice.
A pochi metri dall'arrivo della 16° Chieri Antica |
Però, la tentazione delle corse non muore mai (per fortuna). Domenica ho corso a Chieri un’interessante gara, la Chieri Antica, competizione podistica giunta alla sedicesima edizione. Ho tratto molti spunti di interesse dalla corsa di domenica. In primis la sede di gara, Chieri: una ridente cittadina, un bellissimo centro storico (che è stato attraversato dai podisti), ariose campagne. Da rivisitare. In secondo luogo, un percorso veramente complesso: prima parte tutto sommato tranquilla, nel centro. Poi salite e discese, in parte anche su sterrato, quasi fino all’arrivo. Il tutto condito da uno splendido sole e un notevole caldo. I passaggi più belli sicuramente sono stati quelli di Via Vittorio Emanuele II, la centralissima via di Chieri, e di Viale Cappuccini, dove lo sfondo del Monviso ancora parzialmente innevato ha fatto da padrone e ladro di occhi.
Partito forte, domenica, a 4’/km. Come quasi sempre mi succede, sembra proprio che non riesca a controllare il mio "furore" agonistico. La salita della provinciale che porta a Pecetto smorza in fretta il mio ritmo, e anche le mie ambizioni. Quelle cinque-sei centinaia di metri sono dure, e quando si inizia a scendere non riesco più a riprendere il ritmo di prima. Il caldo fa la sua parte, cercare l’ombra sul percorso è ben più di una tentazione. Dopo lo sterrato non forzo il ritmo, voglio arrivare tranquillo all’arrivo, per poi togliermi una soddisfazione nel fare uno scatto finale.
Chieri, Via Vittorio Emanuele II e il caratteristico arco di Piazza Umberto I |
Si sente che l’allenamento specifico latita, ma non è un problema. Non è ora di maratone, di intense sessioni di allunghi e ripetute, o di personali da raggiungere. Non ho fretta, questi momenti arriveranno, potete starne certi. Questo è il momento della corsa libera. Per divertirsi, e divertire.
A presto,
Stefano
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