martedì 25 giugno 2013

Quelli che il martedì sera... Episodio 5, Rocca Patanua

Ciao a tutti!
Tornare alle 23 da una gita in montagna proprio non mi era ancora mai capitato. Si può, e non è che mi dispiaccia, alla fine. Soprattutto se ripenso al grande spettacolo offerto oggi dalla Val di Susa, complice condizioni meteo estremamente favorevoli. Sole e leggero vento (quanto basta) per mantenere costantemente una splendida visuale sulla valle e sulla pianura torinese.

Alpe Formica: niente male pascolare con queste vedute...

La meta di giornata (o forse, si dovrebbe dire di serata) è la Rocca Patanua, punta di oltre 2400 metri dal nome tipicamente piemontese che si raggiunge partendo dalla cappella di Prarotto, situata nel territorio di Condove. Il significato del nome è presto chiaro: patanua in piemontese significa nuda, probabilmente la forte esposizione a sud la rende una cima molto spoglia. E in effetti, già da 1800 metri di quota circa, di alberi ce ne sono ben pochi. Si risale dapprima attraverso un ripido sentiero tra i boschi fino a raggiungere l'Alpe Formica, dalla quale si può già godere di un'immensa veduta, e poi lungo una cresta erbosa, fino ad una sella, dalla quale si stacca l'ultimo tratto ripido di salita, quasi costantemente tra le rocce.
La visuale sul panorama circostante è sensazionale, tutta la valle (e non solo) è ai nostri piedi. Ed è resa magica dalle luci del tramonto: sono ormai le 20.15 quando arriviamo in cima. Le vette che compongono la dorsale che separa la Val di Susa dalle valli Sangone e Chisone sono completamente visibili e la ormai fioca luce che filtra tra le nuvole ad ovest le colora di un rosa tenue. Avremo fatto anche tardi, ma quando sei lì, stanco ma felice, poi, come fai a dire che il gioco non vale la candela?

Croce di vetta alla Rocca Patanua

Una breve sosta in cima, giusto per incamerare qualche zucchero prezioso per la discesa e fare qualche foto. Senza dimenticare il libro di vetta, non sia mai che la Silvia si offenda! In seguito realizzi che non si può aspettare ancora molto per instradarsi lungo la discesa, soprattutto se si vuole evitare di indossare la frontale lungo la discesa. E allora saluti la vetta e inizi a scendere. Se non altro in discesa puoi cianciare più facilmente e la separazione dalla splendida visuale diventa molto meno dolorosa. Specie quando arrivi giù alle macchine. Da Prarotto ci aspetta un'altro show, tutto fatto di luci nella notte: sono Torino e la Sacra di San Michele a trasformare quella che il più delle volte sarebbe un'eterna e noiosa discesa tra curve e tornanti, in uno spettacolo... beh l'aggettivo giusto, ora, proprio non riesco a trovarlo.

Fioritura alla luce del tramonto

Questa è stata l'ultima uscita in montagna prima delle Dolomiti. Mille metri circa di dislivello, fatti in totale tranquillità. Se riesco pure a parlare durante gli ultimi metri di salita vuol dire che di fiato in corpo ce n'è a volontà. E anche la prova-scarponi è andata bene, gli ultimi arrivati per ora hanno svolto un lavoro più che egregio. Riepilogando, le gambe e il fiato ci sono, e l'attrezzatura pure. Una cosa, spero non ci sia: neve in Dolomiti. Solo più lei, ora, può mettermi i bastoni tra le ruote.
Nei prossimi giorni decido il da farsi. Un po' di neve c'è ancora sul percorso, ma la quantità dipende molto da zona a zona, e soprattutto dall'esposizione dei sentieri. E per di più, le previsioni meteo non sono ancora del tutto stabili. Le prossime ore saranno decisive. Tocchiamo ferro, ora più che mai.
A presto,
Stefano

5 commenti:

  1. Grazie Stefano per queste foto favolose, soprattutto l'ultima!!!!!!
    Bellissimo blog e testo, complimenti!!
    buon trek in dolomiti e arrivederci a presto.
    valeria

    RispondiElimina
  2. mmmmm buone tante bistecche!!!!
    Belli i fiori , che genere sono?

    compagno di trincea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre al cibo pensi... Comunque, più che tante bistecche, direi tanto latte.
      Sui fiori mi informo ;-)

      Elimina
    2. I fiori delle foto dovrebbero essere anemoni delle Alpi.

      Elimina
  3. Abituata alle "pezzate" della Valle, mi sembravano pecore, più che mucche! :D

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...