domenica 2 giugno 2013

Dallo Stretto con furore: omaggio a Vincenzo Nibali

Fuoriclasse. Implacabile. Fantastico. Leader. Caparbio. Orgoglio del ciclismo italiano.
Questi sono alcuni dei numerosi aggettivi spesi per descrivere le gesta compiute dall'ultimo trionfatore della corsa rosa, Vincenzo Nibali. Colui che ha riportato in alto il movimento ciclistico italiano, colui che ha saputo riempire d'orgoglio le centinaia di migliaia di tifosi accorsi sui bordi delle strada di tutta Italia.

L'immagine simbolo del 96°Giro d'Italia: Nibali alza il pugno in segno di trionfo sulle Tre Cime di Lavaredo

Già, tutta Italia. Lui l'ha saputa unire, in tutti i sensi. Lui che è siciliano, ma è un toscanaccio d'adozione, sulle Dolomiti ha trovato la gloria.
Si partiva da Napoli, e di gradi ce n'erano trenta. Si è arrivati a Brescia, ma il penultimo giorno, sulle Tre Cime di Lavaredo, c'era la neve. Il fuoco dell'Etna ha domato il gelo delle Dolomiti, scrivono i giornali. Caldo o freddo, afa o gelo, pianura o discesa, quando c'è da attaccare, Vincenzo Nibali c'è sempre.

In trionfo a Brescia: il Giro è suo!

Perfetto sulla bici durante la cronoscalata di Polsa

Fuoriclasse completo, Vincenzo. Che attacca sempre. Non importa se è una grande corsa a tappe o una grande classica, lui accende la miccia. Prendere ad esempio l'attacco sul Monte Grappa al Giro 2010 o lo scatto sul Ghisallo al Lombardia 2011, giusto per avere un'idea. O lo scatto sul Cauberg nel Mondiale 2012. Un lottatore vero, nonostante il portamento schivo.
Nibali, il nuovo Gimondi, è ciò che aspettavano i tifosi italiani di ciclismo, la nuova leggenda da sostenere. Ha 28 anni ma il palmares è quello dei grandi. Vuelta a Espana 2010, Giro d'Italia 2013 (e due podi), podio al Tour nel 2012, tre tappe al Giro d'Italia, due Tirreno-Adriatico, due Giri del Trentino e un Giro di Toscana. Più tutti i piazzamenti nelle classiche del 2012, sul podio alla Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi.

In azione sulla micidiale salita alle Tre Cime di Lavaredo

La fatica di Nibali e del suo gregario Tanel Kangert, fatica che conosce bene da passato come scudiero di Ivan Basso

Ora ti aspettiamo sulle strade del Tour, Squalo. L'inno di Mameli manca sugli Champs Elysees dal 1998, da quindici anni ormai, quando fu Marco Pantani in maglia gialla a renderci orgogliosi di essere italiani, a maggior ragione in terra francese. Non sarai mai come Marco, ma sarai Vincenzo.

D'ora in poi, anche il nome di Vincenzo sul "Trofeo senza fine"...

Così scrive La Gazzetta dello Sport su Vincenzo: "Quando il siciliano sia alza sui pedali a 2700 metri dall’arrivo delle Tre Cime di Lavaredo, tutta l’Italia pedala con lui. Nell’ora più difficile della sua storia a due ruote, il movimento azzurro trova un vero leader. Vincenzo incarna il nuovo Risorgimento ciclistico, la voglia dell’Italia di dire basta al passato e di cancellare le ombre. Per tornare grandi."
Orgoglioso di poter dire un giorno che laggiù, sulle Tre Cime, c'ero anch'io.
A presto,
Stefano

*foto tratte dalla pagina Facebook del Giro d'Italia

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