giovedì 22 agosto 2013

A tempo per l'arcobaleno

Ciao a tutti!
È una splendida mattina, quella di lunedì 12 agosto, quando ci prepariamo per partire da Schlögen alla volta di Linz, meta della seconda tappa della nostra Donauradweg.
La famosa ansa di Schlögen è completamente invasa dal sole. Non possiamo più ammirarla come fatto dal punto panoramico il giorno prima, ma i colori sono pieni, sempre fantastici. È un po' triste dover lasciare questo posto, ma altri chilometri, altri panorami, altre località e altri scorci di Danubio, ci attendono.

Sosta ad Aschach an der Donau
I chilometri (circa venticinque) che ci portano ad arrivare alla prima vera località incontrata nella seconda frazione della Donauradweg, Aschach an der Donau, sono sicuramente tra i più piacevoli dell'intero percorso. Non si incontra praticamente alcuna traccia di civiltà umana, fatta eccezione per qualche tipica casa in legno esponente il cartello con la scritta "Zimmer frei", ossia "camere libere". Sono queste le tipiche Gasthof, caratteristiche strutture ricettive (spesso a conduzione familiare) presso cui i cicloturisti, specialmente quelli che decidono di vivere l'avventura sul Danubio fuori dall'ambiente alberghiero, possono trovare ospitalità. Il paesaggio è quello di un Danubio selvaggio, dove le bizzose anse scavate dall'acqua sono le naturali circonvoluzioni creatasi dal lento erodersi del granito di cui è composta l'area.

Il Danubio, dominato in questo scorcio dal castello di Neuhaus
Il tratto di fiume tra Schlögen e Aschach an der Donau è risultato in passato come uno dei più insidiosi per la navigazione, ma sapienti manutenzioni e varie strutture come dighe e chiuse hanno reso più placido il corso dell'acqua. È anche uno dei tratti più selvaggi: la vegetazione è fitta e in alcuni casi l'acqua della Donau, ormai quasi di colore verde a causa del riflesso della boscaglia, è totalmente celata allo sguardo. In assenza di alberi, compare sulla sponda opposta qualche grazioso centro abitato, come Grafenau e Obermühl an der Donau prima e Untermühl e Neuhaus an der Donau dopo. Proprio quest'ultima località è sovrastata da un poderoso castello. Ad ogni modo, la costante che si incontra lungo la Donauradweg è sempre quella: bici, bici, tantissime bici sul percorso.

Le sponde del Danubio sono sempre ricche di farfalle...
L'arrivo ad Aschach an der Donau, pittoresca località dalle abitazioni colorate e ricche di stucchi, suggerisce un piccolo rifornimento, ci sono ancora circa trenta chilometri da percorrere. Dopo qualche piccolo disguido sull'itinerario ritroviamo la via corretta e proseguiamo sulla destra del fiume, che ora punta decisamente in direzione sud. Da qui il paesaggio che circonda il grande fiume si trasforma completamente: superata la zona industriale di Aschanch an der Donau, vi è solo più pianura. Lo scorrere dell'acqua è più docile ma allo stesso tempo l'alveo del Danubio si estende a raggiungere dimensioni enormi per un corso d'acqua (a mio parere, almeno trecento metri), in alcuni punti assume quasi le sembianze di un lago. La pianura che lo circonda e il flusso rettilineo lo appiattiscono, le poche rigature sul'acqua sono dovute alle numerose chiatte che lo percorrono o alle colonie di cigni che popolano le sue sponde. Nuovamente ci troviamo in un luogo praticamente incontaminato da influenze umane e questa monotonia apparente è spezzata dalla presenza di un piccolo gruppo di case poste sulla darsena di Brandstatt. Da qui inizia un lunghissimo tratto, di circa quindici chilometri di ciclabile pura che ci porta all'altezza dell'ansa che divide i paesi di Ottensheim e Wilhering.

Il castello e il centro abitato di Ottensheim
La guida segnala a Wilhering la presenza di un monastero cistercense a pochi chilometri dalla sponda meridionale del Danubio e ci pare una buona idea coniugare una visita culturale all'atteso momento del pranzo. L'imponente monastero si trova, per così dire, nell'entroterra, e ci costringe ad una breve salita per raggiungerlo, attraversando comuni campi seminati a mais e serre in cui vengono coltivati fiori. L'imponente monastero di Wilhering (viste le dimensioni dell'intero complesso) si presenta esternamente come molti edifici ecclesiastici austriaci, con una facciata molto stretta ed alta, ma il pezzo forte è l'interno, riccamente decorato in stile rococò da Martino e Bartolomeo Altomonte. Dopo l'esperienza del giorno prima ad Engelszell ci viene spontaneo andare alla ricerca di eventuali scheletri in urne dorate, ma questa volta di ossa, fortunatamente, non ve n'è l'ombra.

 
Il monastero di Wilhering

Il percorso prevede il secondo attraversamento in traghetto del Danubio, da Wilhering (sulla sponda sud) a Ottensheim (sulla sponda nord). Questo attraversamento è decisamente originale e strizza l'occhio a chi ha un'anima profondamente ecologista. Come funziona? Si chiama traghetto "a pendolo"e non va a motore bensì utilizza la corrente del fiume per muoversi. Il battello è legato ad una fune sospesa e il movimento viene eseguito tramite un uso del tutto atipico del timone. Il trasporto è accessibile anche alle automobili, non a caso l'area di questo battello è decisamente ampia. Ancora una volta, l'Austria dà occasione di sfoggiare la sua natura rispettosa della natura.
Ottensheim, con il suo centro storico dalle case colorate (un must, in questa zona) merita ovviamente una breve visita, durante la quale troviamo anche una fontana decisamente vintage, a pompa. Funziona perfettamente, quindi giù con il rifornimento! Da Ottensheim inizia uno dei tratti meno interessanti della ciclovia, quello che ci conduce a Linz. L'itinerario da seguire consta di numerosi sottopassaggi stradali, attraversamenti ferroviari e una ciclabile fianco a fianco alla battutissima strada che porta proprio a Linz. Sensazioni non gradevolissime. Inoltre, la ciclabile corre dalla parte opposta al fiume, quindi ciò che vediamo non è che qualche lontana collina e tante macchine indemoniate, fino a Linz.

La barocca piazza di Linz, la Hauptplatz. E l'arcobaleno...
L'arrivo in bicicletta in una città ricca di fascino e di storia come Linz ha un sapore particolare. Linz è una città vera e propria, tanto per rendere l'idea il numero dei suoi abitanti, quasi 200.000, è simile a quello di Brescia. Ciò comporta molto traffico nelle strade cittadine, un sacco di folla nella vie centrali ed anche oggetti ai quali ci eravamo disaffezionati velocemente, come pullman e tram. Nonostante ciò, attraversato il Nibelungenbrücke (sicuramente il ponte più affascinante tra quelli incontrati finora), pedalare nel centro storico di Linz non è cosa impossibile.
L'arrivo all'hotel è un momento di liberazione per entrambi, che possiamo così ritemprarci con una bella doccia, ma soprattutto per Giulia che non ne vedeva l'ora. E poi giù in strada, c'è una città incredibile da scoprire.
A mettere i bastoni tra le ruote è un violento temporale che si scatena sulla terza città d'Austria. Come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, il fattore arcobaleno va ad abbellire esponenzialmente la già fantastica piazza Hauptplatz. Sulla Hautzplatz si affacciano le imponenti torri dell'Alter Dom, il vecchio duomo di Linz, il Rathaus (che non è, come a noi italiani piace ironizzare, la casa dei ratti, bensì il municipio) e soprattutto l'immensa "Dreifaltigkeitssaule", la barocca Colonna della Trinità posta al centro della piazza. La luce del sole che filtra tra le nuvole dopo il forte acquazzone illumina con potenza la Hauptplatz ed assume una veste del tutto nuova. Il lastricato della piazza diventa uno gigantesco specchio, la Trinità dorata in punta alla statua si trasforma in una torcia. L'arcobaleno è la cornice perfetta a questo quadretto idilliaco.

Tutta l'imponenza del Mariendom e dei 135 metri di altezza della torre principale
Gli effetti del temporale non finiscono qui: l'ora è buona per un tramonto sul Danubio. Dal Nibelungenbrücke, infatti, si può godere, ancora una volta dopo la magia di Schlögen, di un tramonto di grande bellezza. Non c'è più molto tempo, e dopo una veloce visita alla parte più orientale del centro storico, ci fiondiamo verso il Mariendom, l'impressionante duomo mariano neogotico, il più grande di Austria. Come tante altre chiese in territorio di madrelingua tedesca, colpisce l'altezza della torre principale. Fotografarla dalla base alla punta è impossibile e anche allontanarsi per inquadrarla completamente può non bastare. Peccato non poter salire sulla torre, o anche solo ammirare il contenuto del duomo: se l'esterno è questo, chissà cosa potrebbe esserci all'interno.
Si è fa dunque ora di cena: ricorderò per sempre la cena di Linz. L'albergo (un moderno edificio in pieno centro) propone un menu abbastanza classico, ma totalmente self-service. Non me lo faccio dire due volte. Ed è così che questa sarà la mia cena da re: piatti a base di petto di pollo e riso, stracolmi fino all'orlo. Ah, dimenticavo: con il bis. Giulia mi guarda esterrefatta chiedendomi come riesca a mangiare tutto ciò. Non so come sia possibile, ma ho fame, tanta fame, le ore in bici si fanno sentire eccome a tavola.
E domani, con l'arrivo a Grein, è il giorno della tappa più lunga della Donauradweg. Meglio fare il pieno di energie, no?
A presto!
Stefano

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