mercoledì 21 agosto 2013

I primi cinquanta chilometri: la magia di Schlögen

Ciao a tutti!
Domenica 11 agosto: è tempo di partire per l'inizio dell'avventura sul Danubio. La prima delle sei tappe della Donauradweg, prevede l'arrivo a Schlögen, piccola località posta sul lato meridionale del grande fiume in corrispondenza di uno dei passaggi più suggestivi dell'intero percorso, un'enorme ansa circondata da pendii boscosi.

L'ansa di Schlögen

Il percorso ufficiale della Donauradweg prevede la partenza nella romantica Domplatz di Passau, piazza sulla quale si affaccia il Dom St.Stephan e la Neue Residenz, la sede vescovile di Passau. Ne approfittiamo per una visita all'affascinante cattedrale barocca, dunque, dove si trova il secondo organo più grande del mondo, composto di ben 16.000 canne, e per una veloce visita dell'Altstadt, la zona più antica della città bavarese, posta alla confluenza tra i fiumi Inn e Danubio. Alla luce del sole, stavolta. Tutto pronto per il via? Quasi: una panetteria appena dietro la cattedrale invita Giulia alla prima pausa: il suo obiettivo è un brezel, il tipico pane bavarese dall'inconfondibile forma, da lei scoperto un po' per caso in albergo.
Il vero e proprio inizio della ciclovia si ha con l'ennesimo attraversamento dell'Innbrücke, il ponte sull'Inn, dal quale rientriamo nel quartiere detto Innstadt, da dove si imbocca la pista ciclabile. Il primo tratto non aggiunge molto a livello di scenari e panorami, se non per la stupenda skyline di Passau e per l'intrigante confluenza tra il Danubio e l'Inn, due fiumi che sembrano non volersi mai miscelare, talmente differente è il loro colore. Per il resto, prati e campi di mais, il tutto non molto diverso dal paesaggio che sono consueto vedere nella pianura pinerolese. Ciò che stupisce invece, e fin da subito, è l'attenzione del popolo austriaco per la segnaletica, assolutamente impeccabile, e per i ciclisti: negli attraversamenti stradali non vi è automobilista che non consenta l'attraversamento, anche fuori dai punti consentiti con le strisce.

Lo skyline di Passau: a sinistra il Duomo, a destra la Veste Oberhaus e il caratteristico Schaiblingturm

Sono pochi i chilometri da percorrere in territorio tedesco. Ben presto si raggiunge la vecchia dogana tra Germania ed Austria, ora convertita in un distributore di carburante: è un simbolo, è il segno del rinnovamento di un'Europa che non c'è più. In territorio austriaco la ciclovia si mantiene più vicina al corso del fiume e si possono ammirare i primi centri abitati che rendono incantevole il panorama sulla sponda opposta, Erlau ed Obernzell.
La prima sosta vera e propria la effettuiamo a Engelhartszell, dove troviamo un'accogliente area picnic con parco giochi. Ne approfittiamo per pranzare, ma vedere una corda e un aggeggio appeso (stile skilift) ci fa tornare per qualche minuto bambini. Non resistiamo e anche noi ci lanciamo sul trabiccolo, tra sguardi perplessi di una famiglia francese poco distante. Chissenefrega, siamo in vacanza e proprio per questo, vogliamo divertirci, mica c'è solo la bici. Proprio ad Engelhartszell è presente l'unica abbazia cistercense trappista in territorio austriaco, l'abbazia di Engelszell. Nonostante il caos dovuto ad una festa locale non rinunciamo alla visita. Il primo monumento visitato si rivela già subito ricco di sorprese: nonostante lo stile decisamente barocco dell'abbazia, il soffitto sembra dipinto da un cubista. In effetti (cosa scoperta successivamente), questa parte è stata realizzata nel 1957 al termine dei lavori di ristrutturazione dell'abbazia. E poi, il tocco di classe: gli scheletri nelle urne poste lungo le navate. Sensazioni di ribrezzo in Giulia, risatine divertite da parte mia: alcuni di essi paiono addirittura messi in posa.

L'atipico soffitto dell'abbazia di Engelszell, realizzato nel 1957 da Fritz Fröhlich

Riprendiamo il percorso ciclabile, ma all'indietro: percorriamo in senso opposto tre chilometri circa fino alla prima delle numerose dighe poste sul corso del Danubio, la barriera di Jochenstein. Ora posso affermarlo, dopo averne viste parecchie, questa è stata probabilmente la diga più affascinante, se così si può dire. Gli archi sotto i quali abbiamo pedalato creano giochi geometrici che non possono non catturare l'attenzione delle macchine fotografiche. Sicuramente è stata anche la diga più complessa da superare. Il passaggio alla sponda opposta è condito da un faticoso trascinamento della bici su uno scivolo in acciaio, che evita di doversi caricare la bici in spalla al fine di superare una cinquantina di gradini.
Il passaggio sulla sponda settentrionale del fiume è accompagnato da numerosi squarci di cielo sereno che possono farci apprezzare meglio le varie località lungo la sponda sud: la stessa Engelhartszell, così come Oberranna e Wesenufer. Lungo questa sponda incontriamo anche qualche tratto balneabile: beh, avrete capito, un bagnetto ce lo siamo fatti ma, essendo privi di costume al seguito, ci siamo limitati a bagnarci i piedi.
La tappa di fatto si conclude di lì a poco, quando raggiungiamo la piccola ma ridente località di Au, posta proprio nel lato interno dell'ansa di Schlögen. Da Au saliamo con le nostre bici su uno dei tipici battelli che sfrutteremo ancora lungo il corso del fiume. I battelli e i traghetti rivestono ancora oggi un'importanza fondamentale per l'economia del Danubio: basti pensare che nel tratto tra Passau e Linz (un centinaio di chilometri circa) si incontrano solamente quattro ponti veri e propri (quindi escludendo le dighe, normalmente non percorribili dalle auto), di cui due nelle stesse città di Passau e Linz.

A mollo nel Danubio!
Il battello ci porta in pochi minuti direttamente a Schlögen, attraversando proprio quel tratto, la ben nota ansa di Schlögen. L'hotel si trova proprio di fronte al molo presso il quale attracchiamo, ma sappiamo che poco più in alto (molto più in alto, secondo i criteri personalizzati di Giulia) vi è un punto panoramico che è discretamente facile da raggiungere a piedi. Scendiamo dalle bici, le assicuriamo e subito su per il ripido ma non eccessivamente lungo sentiero che porta al belvedere sull'ansa. Abituato a ben altre salite, questo breve tratto di sentiero non è molto faticoso, ma ripido lo è, eccome. Però, quando arrivi in alto, gli alberi iniziano a diradarsi e poco a poco spunta il grande fiume, si intuisce che il prezzo in termini di sudore per poter ammirare questa meraviglia della natura non è poi così eccessivo.
Ora tutte le foto viste finora su guide e siti internet sono proiettate sulle nostre retine. La curva a 180° che solo l'abile mano di un'artista come Madre Natura ha saputo disegnare è la perfetta ricompensa delle fatiche di giornata, sia in bici che a piedi. Qui il segno dell'uomo è praticamente assente, è la natura che comanda e il suo regno è composto di verdi pendii che scendono a riva e di rocce granitiche scavate dal lento scorrere del Danubio. Sarebbe bello poter stare lì ancora un po', ma ci coglie anche il richiamo del riposo, l'hotel è poco lontano ma soprattutto è molto invitante.

Tramonto da sogno sull'ansa di Schlögen
In pratica è anche l'unico hotel della località, e che hotel: piscina, centro benessere e ristorante con terrazza. Quando ci apprestiamo per cenare (alle 20.30, tardissimo secondo le usanze austriache) qualche dubbio sorge in me: vado a cenare o vado a godermi il tramonto? La foto sopra parla chiaro: un tramonto del genere sul Danubio è qualcosa di assolutamente fantastico. Ma serve anche mangiare qualcosina, all'indomani ci sono nuovamente più di cinquanta chilometri da pedalare, per arrivare a Linz.
Meglio di così però, non si poteva proprio cominciare. E la romantica avventura sul Danubio non è che cominciata ora.
A presto!
Stefano

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