Il racconto dell'avventura danubiana non può che partire da sabato 10, il giorno del viaggio verso la località di partenza prevista, Passau. Il nostro avvicinamento verso la città della Bassa Baviera inizia a Trento, da dove ci siamo avviati in mattinata verso la "Dreiflüssestadt", la città dei tre fiumi, tramite l'attraversamento del Brennero e il passaggio a Innsbruck e Salisburgo.
Il viaggio, sotto un sole cocente nonostante le temperature mitigate dall'altitudine, è colorito, fatto di momenti divertenti e sfibranti tratti in coda, ma sempre tra paesaggi diversi tra loro ma accomunati dall'enorme fascino che le varie aree attraversate, Trentino, Tirolo, Salisburghese e Baviera, possiedono.
A vivacizzare il tragitto in auto ci pensa Giulia al volante. Con la mia automobile non è molto pratica e non è male fare esercizio in autostrada dove, però, si esibisce in affermazioni del tipo: "Ci passo?", "Ma questo che fa?", "Ho bisogno di assistenza", "E adesso che faccio?", "Amore, mi dai una mano?". Che tenera, il mio amore. L'oggetto simbolo della vacanza, la bici, è già decisamente presente fissata su numerose macchine in viaggio verso l'Austria. Che sia un segno? Che stiano tutte raggiungendo Passau? Beh, di italiani ne troveremo molti. Peccato che le macchine, imbardate dalle varie impalcature per trasportare le bici, siano in prevalenza con targa tedesca o austriaca. Questo la dice lunga sulla diversa visione del mezzo "bicicletta" di questi paesi. Non a caso, le due ciclovie più frequentate in Europa sono proprio quella del Danubio e quella del Lago di Costanza. Toh, Svizzera, Austria e Germania.
La spettacolare visuale notturna della Cattedrale di Santo Stefano dal ponte sull'Inn |
Le profonde differenze tra Austria e Italia si mostrano in breve tempo: le strade sono perfette, curatissime. L'asfalto delle strade nazionali è un nero tavolo da biliardo, non c'è asperità, non c'è vibrazione negli ammortizzatori. Penso alle strade italiane, poi a quelle austriache e tedesche. Dopodiché rifletto su quanta salute guadagnerà la mia macchina dalla trasferta in Germania. E non aggiungo altro sul prezzo della benzina, vi lascio immaginare...
Il confine tra Italia e Austria segna un deciso cambiamento nella visuale disponibile dal parabrezza. Il paesaggio varia tantissimo, le case cambiano totalmente connotazione, anche i prati sembrano più verdi, i boschi sono più fitti, quasi foreste. Non possiamo che ammirare queste meraviglie. Anche Giulia, un po' novizia a questo tipo di paesaggi apprezza. All'entrata nella città di Burghausen, a poche decine di chilometri da Passau, non può che esclamare un "Ma che bello!" di fronte alla pittoresca piazza circondata da case colorate, manco fosse l'isola di Burano. Bello, lo è davvero.
Eccolo, il Danubio! Dominato a Passau dalla Veste Oberhaus, fortezza del XIII secolo |
L'arrivo a Passau è contraddistinto dal mio solito nervosismo per le operazioni logistiche: parcheggio-valigie in mano per metri-fermata dell'autobus da decifrare-autista zero inglese-autobus-hotel-camera-informazioni sul viaggio-ritiro bici noleggiata. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. Tutto in due orette circa.
La sera prima dell'inizio del viaggio è ideale, complice anche una temperatura decisamente invitante, per testare le bici che ci accompagneranno dei più di trecento chilometri di ciclovia: un giretto per Passau è ciò che ci va. Le bici sono perfette, ma ciò che ci rende felici è il poter finalmente essere insieme in vacanza, poter stare insieme, per più di una settimana. Passau è un'ottima cornice: agli occhi spicca con decisione la Cattedrale di Santo Stefano (guarda caso, anche a Vienna è intitolata a Santo Stefano) sulle rive dell'Inn, che attraversiamo con non poca emozione; il cuore batte forte quando, con le bici, raggiungiamo la confluenza tra l'Inn e il Danubio. Qui, da domani, avrà inizio tutto quanto!
A presto per i prossimi racconti dalle rive del Danubio!
Stefano
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