lunedì 26 agosto 2013

Le inaspettate soste di Ybbs

Ciao a tutti!
Quella che si apre mercoledì 14 agosto è una fantastica giornata di sole, un ottimo preludio per la giornata ciclistica, anche stavolta sulle sponde del Danubio. Si inizia con cinque chilometri fuori tracciato, quelli che dall'albergo ci riportano a Grein. C'è un po' di salita da fare ma sono poche centinaia di metri e poi circa quattro chilometri di pura discesa. Anche stavolta "abbandono" Giulia per qualche minuto, la tentazione di involarmi in discesa è tantissima e andare a toccare i 40 km/h è sempre un gran piacere. Al rendez-vous posto all'incrocio con la strada nazionale che costeggia la sinistra del Danubio, ci ritroviamo, e puntiamo dritto verso la cittadina di Grein che possiamo finalmente ammirare con più calma.

Discesa dal traghetto


Grein è sicuramente una delle cittadine più interessanti dell'intero panorama danubiano. Lo scenario dato dal castello di Greinburg e dalla chiesa di St. Ägidius è tra i più caratteristici: ce ne accorgiamo quando, conclusa la breve visita della cittadina (e della sua suggestiva Stadtplatz), ci imbarchiamo sull'Überfuhr, un traghettino che collega Grein alla dirimpettaia Wiesen. Dal traghetto e dai primi chilometri della tappa, continuiamo a godere di questa meraviglia, della natura e anche dell'uomo. I primi chilometri di tappa (quelli veri) sono quindi come rallentati, ogni tanto la memoria ritorna a ciò che è stato pochi secondi prima. Ci si ferma, ci si gira, e si ammira.

La pittoresca Stadtplatz e il Rathaus di Grein

La nostra precisissima guida segnala ora il passaggio nello Strudengau, ovvero la strettoia di Struden, una volta ritenuto una delle zone del Danubio considerate tra le più pericolose dai capitani delle navi. La mano dell'uomo ha fatto sì che ora la navigazione sia molto più tranquilla, ma ha reso probabilmente anche meno scenografica questa area. Pedalando, quasi non ci accorgiamo di questa strettoia. A rendere lo Strudengau "indimenticabile" ci pensa Giulia con una (per fortuna) caduta senza conseguenze. Qualche piccolissima escoriazione e una ruota da raddrizzare. In pochi minuti, siamo di nuovo in sella.

Particolare di una casa che si affaccia sulla Stadtplatz di Grein: ma quanto è importante la navigazione sul Danubio?


Da qui parte un lunghissimo tratto di ciclabile in cui l'assenza dell'opera umana è quasi totale. Solo sull'altra sponda compare qualche segno di civiltà. Prima è il paese di St. Nikola an der Donau con le sue case variopinte a rompere l'enorme muro verde che scende sul Danubio, poi tocca alle minuscole località di Sarmingstein e Hirschenau a spezzare l'apparente monotonia di un fiume che scorre tranquillo in questi chilometri.

Pedalando lungo la Strudengau. Sullo sfondo, St. Nikola an der Donau


La sosta di giornata avviene ad Ybbs an der Donau, paese del quale conservo uno dei ricordi più belli della vacanza, per molteplici ragioni. A Ybbs, sicuramente, ho trascorso una delle più piacevoli soste-pranzo della ciclovia. D'altronde, quando il Danubio si tinge improvvisamente di blu e di fronte hai Persenbeug, il suo castello e la sua spettacolare diga, non puoi che ringraziare per poter essere lì in quel preciso momento. Sempre a Ybbs, è legato uno dei momenti più divertenti della vacanza, quello del mio costume: a qualcuno ho raccontato l'episodio, ad altri no; lo farò dettagliatamente in futuro, in un post che potremmo definire "ironico". Il ricordo più intenso è sicuramente quello del Fahrradmuseum, il Museo della Bicicletta.

L'originale ingresso del Fahrradmuseum, il Museo della bicicletta


Posto nel pieno centro storico di Ybbs, questo museo consta fondamentalmente di una sala in cui sono esposti diversi tipi di cicli, nella quale si può spaziare nel mondo del pedale dell'Ottocento e del Novecento, tra locandine, manifesti, particolari meccanici e soprattutto loro, le bici storiche. C'è di tutto e di più, le bici da passeggio e le bici militari, quelle dei postini e quelle dei vigili del fuoco. A tutti quelli che leggendo questo post verrà il desiderio di percorrere la ciclovia del Danubio, consiglio assolutamente una visita a questo piccolo scrigno della storia e della cultura europea. Fa specie scoprire la grande differenza tra le bici di allora - le draisine, i velocipedi e i bicicli, le bici dall'enorme ruota anteriore - e quelle di oggi: l'impatto visiva della differenza tra il vecchio e il nuovo è pazzesco e non ha neanche bisogno di essere commentato, colpisce invece quanto fossero diversi alcuni particolari come freni, pedivelle, luci o guarniture. Impossibile non rimanerne colpiti ed affascinati.
Ciò che colpisce di questo museo è ciò che è posto fuori (a parte una bici a metà che entra nel muro a segnalare il museo stesso): una specie di stazione di servizio delle bici, fornita di chiavi, cacciaviti e tutto lo strumentario che serve per la riparazione o la registrazione del proprio mezzo. In Italia tutto ciò non esiste e anche volando con l'immaginazione non potrebbe mai esistere, qualcuno avrebbe già sicuramente depredato o danneggiato questo simpatico ed utile punto di aiuto per i ciclisti.

A colpire tra i pezzi da collezione del museo, sicuramente velocipedi e bicicli


L'uscita da Ybbs an der Donau coincide con l'ansa posta poco dopo il paese, dalla quale è di nuovo possibile affiancare il Danubio, ora più azzurro che mai. Le piccole località di Gottsdorf e Metzling sono il contorno più bello a questa visuale. Il bello però deve ancora venire: all'altezza di Diedersdorf il Danubio piega decisamente verso destra e tra le fronde degli alberi inizia a comparire sulla sponda opposta la meta di giornata, Maria Taferl e il suo santuario dedicato a Maria Addolorata. Questo tratto di ciclabile è poesia e gioia per i nostri occhi. Il santuario di Maria Taferl incombe sul Danubio (è infatti posto parecchi metri sopra il livello del Danubio), domina, regna. E anche noi (con le nostre macchine fotografiche) non possiamo che sentirci "dominati" da esso.

Il santuario di Maria Taferl


"Fra poco saremo lì", pensiamo. Per arrivarci mancano però ancora diversi chilometri: la navetta che l'albergo mette a disposizione dei ciclisti parte a Marbach an der Donau, esattamente sulla sponda opposta. Ma non ci sono traghetti in questa porzione di fiume e l'unica scelta è quella di pedalare ancora per qualche chilometro fino a raggiungere il maestoso ponte di Pöchlarn (qui il Danubio tocca i quattrocento metri di larghezza): da qui mancheranno ancora cinque chilometri circa per arrivare dunque a Marbach. La curiosità di questo tratto di ciclabile è posta poco dopo aver attraversato il paese di Pöchlarn (tra l'altro, paese natale del pittore Oskar Kokoschka) dove si trova una fabbrica molto particolare: il muro di cinta riporta una pittura lunga diverse centinaia di metri in cui si narra una sorta di storia del Danubio. Sarebbe necessario sapere il tedesco per decifrarla, ma le immagini di re, città, battaglie, corone, barche e guerrieri  fa pensare ad un misto di storia e leggenda del grande fiume che stiamo costeggiando.

Pronti a salutare Grein!


Arrivati a Marbach rimaniamo per qualche minuto in attesa della navetta: l'occasione è ghiottissima per potermi deliziare di un gelato, alimento che da sempre mi attrae fortemente. E di fronte al punto di ritrovo si trova giustappunto un caffè, con un menu decisamente ricco. La mia scelta, ovviamente, cade sulla coppa gelato numero uno per me, il "banana split", che scopro chiamarsi in tedesco Bananensplitten: informazione importante da sapersi quando sarò in Germania...

Il ricco interno barocco del santuario di Maria Taferl


Maria Taferl, nonostante la sua fama per la presenza del santuario in stile barocco, è un minuscolo paese che difficilmente arriverà a mille abitanti. Di sera si trasforma in una specie di deadcity, non vi è più anima che faccia capolino tra le sue vie. Dalla terrazza di fronte al santuario, però, si può godere di una vista panoramica incredibile sul Danubio, in particolare sull'ansa di Ybbs e sulla piega di Diedersdorf.
La tranquillità di questo piccolo gruppo di case può esserci però propizia. Serve riposo: domani, giorno della penultima tappa, c'è la frazione di ciclovia più intensa, non tanto per il chilometraggio, quanto per ciò che incontreremo sul percorso, l'abbazia benedettina di Melk e la regione della Wachau. Domani, pedaleremo insieme "i trentacinque chilometri più belli dell'Austria."
A presto,
Stefano

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