Purtroppo il momento è arrivato, quello del rientro a casa: "purtroppo" perché si conclude un'esperienza fantastica tra persone che porterò (o riporterò) sempre nei miei ricordi, in luoghi indimenticabili. Fra poco dovrò salutarli tutti, i miei compagni d'avventura, e sarà triste farlo. O meglio, malinconico. Un malinconico arrivederci, sto immaginandomi.
Costruisco nella mia mente ciò che verrà dopo: un lento ritorno a casa, vista la scarsità di mezzi pubblici nelle prime ore di una domenica mattina di agosto. Racconti frenetici con i miei genitori, troppe le cose belle da raccontare in poco tempo. E poi lo zaino, togliervi tutto quanto e quindi lavarlo, conscio che per quest'anno non potrò più infilare i suoi spallacci alla volta di una bella montagna. Infine, last but absolutely not the least, il pensiero di Giulia che potrò finalmente riabbracciare, unico vero motivo di grande felicità in questi attimi di rientro.
Panorama in direzione ovest dal Monte Perdido, Valle de Anisclo e Valle de Ordesa ai nostri piedi. |
L'aria italiana che si respira ora, quando da poco è stato superato il confine italo-francese a Claviere, è comunque dolce. All'autogrill della Torino-Bardonecchia, ormai in dirittura d'arrivo a Torino, vedere le facce soddisfatte dei miei compagni d'avventura davanti a cappuccino e brioche, sentir parlare di itinerari in Val di Susa o anche solo poter leggere tutto ciò che ti sta intorno nella tua lingua madre, ti rende contento. Nonostante la lucidità sia quella che sia, dopo una giornata trascorsa a passeggiare per Gavernie prima e Carcassonne dopo, e un viaggio dormito male sul pullman.
Godiamoci l'Italia, nonostante tutto e tutti. C'è ancora poco tempo, e questo acuisce la malinconia della fine delle fantastiche avventure pirenaiche.
A presto (per gli ultimi racconti dai Pirenei)!
Stefano
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