venerdì 23 agosto 2013

Più veloci delle chiatte

Ciao a tutti!
La terza tappa del Danubio era considerata, almeno sulla carta, quella più insidiosa. I chilometri da percorrere in sella erano sessantatré (quanto indicatoci da Girolibero), le condizioni meteo potevano risultare inclementi specie durante la mattina ma soprattutto ci si è trovati di fronte ad un bivio per quanto riguarda le attrazioni sul percorso. La scelta era tra due possibili alternative da decidere all'arrivo presso il centro abitato di Abwinden: l'abbazia agostiniana di Markt St. Florian o il tristemente famoso lager di Mauthausen-Gusen.
Non una scelta facile, sono entrambe location di grande interesse per motivi completamente opposti. La scelta è ricaduta infine su Mauthausen: per quanto dura sia la salita che conduce all'ingresso del lager (con un strappo di poco meno di un chilometro al 14%) essa è sempre più breve dei 15-20 chilometri richiesti per dirigerci a Markt St. Florian. E poi, di abbazie ne abbiamo già viste (Engelhartszell, Wilhering) e ancora ne vedremo (Maria Taferl, Melk).

Più veloce della chiatta!

Ripercorriamo il centro di Linz, prima sulla trafficatissima Landstraße e poi sulla favolosa Hauptplatz, destreggiandoci con abilità tra pedoni e tram. Superato il Nibelungenbrücke si segue il corso del Danubio sulla sponda sinistra lungo una vera e propria pista ciclabile in cui non ci sono interferenze motorizzate. Si pedala molto bene: il clima è fresco e non vi è molto da ammirare intorno. Sulla sponda destra, infatti non si ha che l'area industriale di Linz, con i quartieri Flugfeld e Voest-Werke (dove, tra l'altro, ho scoperto esserci un'acciaieria il cui materiale analizzo personalmente in laboratorio...). Superata questa zona abbastanza grigia, e non solo per le nuvole, puntiamo decisi verso Abwinden. Qui il Danubio è piatto, attorno vi è esclusivamente pianura. Ancora una volta, solo i cigni riescono ad increspare la superficie della Donau.

Prima della partenza per Grein, nella centralissima Hauptplatz


Ad Abwinden incontriamo il bivio, a sinistra si va verso Mauthausen, a destra verso Markt St. Florian. Sette chilometri di ciclabile e poi inizia il durissimo strappo verso la collina dove sorge ciò che resta del lager di Mauthausen-Gusen. Io, da ciclista e amante del ciclismo, non demordo e lo faccio tutto in sella o in spinta sui pedali; Giulia, che non ha la mia forza nelle sue gambe, scende dalla sella e trascina. Ciò che è certo è che è una salita che fa male, che taglia i muscoli. Quasi una sorta di catarsi, prima di poter entrare in questo luogo, ancora pervaso di terrore e malvagità.

I superlativi cartelli della Donauradweg. A Mauthausen, ancora 200 km per raggiungere Vienna!


La visita al campo di concentramento nazista di Mauthausen-Gusen è qualcosa che esula completamente dallo spirito gioioso ed allegro che ha contraddistinto tutta la nostra settimana sul Danubio e in fondo, anche quella della tappa di giornata. Non voglio rompere questo spirito che può solo trasmettere paura e sgomento, preferisco rimandare le mie sensazioni sulla visita del lager in un post dedicato.

Il Danubio visto dalle alzaie dopo Au an der Donau

Il vantaggio dell'affrontare una salita è quello che dopo vi è la discesa. Non mi faccio pregare: "Giulia, ci vediamo in fondo!" e mi involo verso il centro abitato di Mauthausen (il lager si trova su una collina a qualche chilometro dal paese vero e proprio). Questa località, considerata come il simbolo della malvagità umana per i crimini perpetrati a centinaia di migliaia di innocenti, è in realtà una ridente cittadina. Qui a Mauthausen, il torrente Enns si immette nel Danubio ed è in tale occasione che ci riaffacciamo con le nostre biciclette sul grande fiume.

Cigni nel Danubio


Qui inizia un lunghissimo tratto di ciclovia in cui si attraversano minuscoli, ma nel complesso numerosi, paesi come Au an der Donau, Naarn in Machland, Dürnwagram, Straß, Matterkirchen im Machland, Labing, Mettersdorf. Questo tratto, lungo quasi trenta chilometri, è tra i più variegati dell'intera ciclovia. Si alternano tratti lungofiume a stradine di campagne. Questi chilometri in riva al fiume, spesso sulle caratteristiche alzaie utilizzate nel passato dalle bestie da soma per il trasporto controcorrente delle chiatte, sono una vera meraviglia, talvolta abbelliti dalla presenza di qualche bitta a destra o qualche torre per l'osservazione degli uccelli a sinistra (sono numerose i biotopi presenti presenti nell'ambiente fluviale). Anche nell'entroterra a carattere agricolo della Machland, la regione in cui stiamo pedalando, vi è una netta diversificazione del panorama, tutta gioia per gli occhi del ciclista: i campi coltivati a mais si alternano al giallo della colza o del girasole. Ma anche un bel bosco fresco è cosa gradita per i cicloturisti che così possono trovare refrigerio nel caldo pomeriggio austriaco.

Variopinto ingresso di un locale di Mauthausen


Questo tipo di percorso si interrompe a Dornach, da dove iniziamo ad affiancare, rigorosamente in riva al Danubio, la strada nazionale e la linea ferroviaria. È l'incipit degli ultimi sei chilometri in sella, per quanto riguarda la tappa di oggi. Superato il ponte stradale che conduce a Tiefenbach, inizia a vedersi in lontananza la città di Grein, la cosiddetta "perla dello Strudengau" e le sagome dei suoi due monumenti che la contraddistinguono, la fortezza di Greinburg e la parrocchiale di St. Ägidius.

L'acqua dal Danubio tenuemente illuminata dai raggi del sole che tagliano nuvole scure

L'arrivo a Grein

La visita di Grein è però rimandata al giorno successivo: sono quasi le 17 e ci aspetta il transfer che ci condurrà in hotel. Esso si trova a cinque chilometri di distanza dal centro e in collina, per di più. Dopo più di sessanta chilometri, una salita al 14% di pendenza, e ancora tanti altri da percorrere nei tre giorni che seguiranno, un po' di comodità motorizzata non ci dispiace affatto. E, sui sedili della navetta, realizziamo che siamo a metà percorso: il più è fatto ma c'è ancora tantissimo da scoprire lungo le placide acque del Danubio.
A presto!
Stefano

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