Ciao a tutti!
A pochi metri
dall'appartamento presso la Roßmarkt, in cui sto alloggiando (temporaneamente)
si trova un centro commerciale, la Galeria Kaufhof, tradotta letteralmente “la
fattoria dell’acquisto”. Domenica scorsa, durante il primo giorno trascorso
interamente qui a Schweinfurt, mi sono imbattuto in qualcosa di veramente
curioso di fronte all'ingresso del suddetto centro commerciale: due statue
raffiguranti altrettanti maiali variopinti. Subito ho pensato “mah, che roba
trash”. Trascorrendo un po’ di giorni qui a Schweinfurt ne ho individuati
altri, alla Stadtgalerie e alla Hundertwasser. Ho quindi scoperto che ve ne
erano altri sparsi qua e là lungo le vie della città. Un po' simili tra loro ma
tutti diversi.
"Wünsch Dir was!", il maiale in ceramica di fronte alla Stadtgalerie |
I maiali
disseminati in vari punti della città non sono lì per caso. Il perché è
connesso all'origine del nome della città. Schweinfurt, il nome attuale della
città che nel 740 d.C. era conosciuta come Villa Suinfurde, vuol dire
letteralmente “guado dei maiali”, o “guado dei cinghiali”, lasciando intendere
che si tratta di maiali selvatici. Nonostante ciò, gli storici sostengono che
il nome Schweinfurt non sia dovuto al fatto che i cinghiali, o maiali
che dir si voglia, qui attraversavano il Meno (supponendo che qui fosse meno
profondo). La reale origine sarebbe da ricercare nella popolazione sveva (Sueben, in tedesco Schwaben) che passò proprio
di qui durante il viaggio dalla terra d’origine, nel nord-est della Germania
fino all’attuale Svevia.
Eccoli, i maiali di Schweinfurt! |
Altri collegano
il nome alla presenza di zone paludose nei pressi del Meno: zwin- e swin- sono infatti prefissi (di matrice rispettivamente olandese ed
inglese) che indicano la presenza di molti canali, torrenti, o più
semplicemente, aree ricche d’acqua. In effetti, è una teoria plausibile: durante
i miei allenamenti in riva al Meno ho incontrato molte aree paludose ai margini
del fiume e le mappe della città evidenziano molte diramazioni laterali del
fiume.
Ciononostante, è
convinzione comune degli abitanti di Schweinfurt credere alla storia dei maiali
che attraversano il fiume. E in fondo, anche la mia. Wikipedia docet: il nome
latino della città, Porcivadum, non lascia molto spazio all’immaginazione.
"WarenHaussschwein" e "Pig City", i maiali all'ingresso della Galeria Kaufhof
Ed è così che nel
2005 venne creato un comitato per una BigArtAction, la cosiddetta “Schweinfurt
hat Schwein”, letteralmente “Schweinfurt ha maiali”. Che consistette appunto in
una mostra, lungo le vie del centro, di ottanta maiali in ceramica, tutti dai
colori sgargianti e con nomi più o meno originali: c’è Flaggi, il maiale
coperto di bandiere; c’è Steuerix, il maiale con le sembianze di Obelix; c’è
pure Albert Schweinstein, creato a immagine e somiglianza di Einstein; e non
dimenticherei Der Bayer, il maiale vestito a rombi bianchi e azzurri,
ricalcando la bandiera bavarese.
Altri maiali in ceramica di fronte alla Hundertwasser
Maiali in strada,
ma non solo. Il piatto tipico di Schweinfurt è il cosiddetto Schweinfurter “Schlachtschüssel”.
Le origini di questa usanza culinaria risalgono al 1840: la pietanza consiste
in carne di maiale tagliata a pezzi (servita direttamente sulla superficie in legno delle tavole, se ho ben capito dalle brochure di Schweinfurt), che ben si accompagna al rinomato vino
della Bassa Franconia.
Arriverà il
momento di godere di questa specialità, sicuramente. Probabilmente, dopo la
maratona: prima, è necessario mantenere la linea evitando di abbondare in cibi
grassi e in alcolici. Per il momento, mi dovrò accontentare di vederli a bordo
strada, i maiali…
Bis bald!
Stefano
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