Ed infine eccomi qui, di nuovo su A spasso tra i Giganti, ma da un'altra nazione, la Germania. E chissà per quanto tempo lo farò...
Il viaggio verso Schweinfurt, durato circa dieci ore, è filato tutto sommato liscio, un po' di traffico alle frontiere e null'altro. È iniziato con un po' di sensazioni contrastanti, la felicità del viaggio, la curiosità per la scoperta di qualcosa di nuovo ma anche il ripensare a qualcosa che non qui non avrò più. Le montagne, per esempio: il Monte Rosa, uno dei Giganti del titolo del mio blog, è lì, impetuoso, a ricordarmi che laggiù di monti non ce ne saranno. Poi quando vedi il cartello autostradale "Milano 75", rifletti e pensi che fra poco Andrea e Fabrizio partiranno proprio per Milano, destinazione San Siro: è il giorno di Inter-Juventus. Niente stadi, niente tifo indiavolato. Se poi il tutto ha come colonna sonora Hello degli Evanescence, si chiude il cerchio.
I sabato sera di Schweinfurt: deserto in Roßmarkt |
Il passaggio in Svizzera avviene tramite il valico di Gaggiolo, è meno trafficato rispetto a Chiasso, ed in breve tempo sono già in autostrada. Erano già parecchi anni che non mettevo piede in Svizzera. Più di quattro, ormai, ma questa nazione non finisce mai di stupire. Ogni scorcio che riesco a vedere dal parabrezza è bellezza allo stato puro. Il Lago di Lugano, Bellinzona (dove la mia macchina ha raggiunto il traguardo dei ventimila chilometri!), la Valle Mesolcina, il Valico di San Bernardino (con montagne da approfondire), Coira, i prati dell'Appenzeller, il Liechtenstein sulla destra.
Poi si fa breve tappa in Austria, prima di arrivare a Lindau, prima città incontrata in Germania. Qui il paesaggio cambia completamente, sono i boschi e le coltivazioni a farla da padrone. Ogni tanto spunta qualche centro abitato, come Elchingen, con un gruppo di caratteristiche abitazioni tutte bianche e tutte con i tetti rossi. Ulm, Legoland, Würzburg, ben pubblicizzati in autostrada, sono ottimi spunti per future escursioni.
Poi capita di trovare una pala eolica, per poi scoprire che l'impianto ne conta dieci. Qui c'è una diversa sensibilità ecologica. La corrente elettrica la si produce con il vento, come già detto, o con il sole: sono numerosi i terreni e i palazzi ricoperti da pannelli fotovoltaici visibili dall'autostrade. Anche i servizi igienici sono ecologici: l'acqua per lavare le mani viene automaticamente utilizzata a mo' di sciacquone.
Una città di passaggio: Bellinzona, vista dall'alto della sua rocca. Foto di archivio, 16 settembre 2009 |
A Schweinfurt mi attende Michael, colui che penso (e spero) sia il mio superiore. Mi accompagna alla mia temporanea dimora. Temporanea, per fortuna. In pieno centro, nella zona pedonale, ma soprattutto un piccolissimo appartamento al quarto piano di un palazzo senza ascensori. Ora capisco bene Eleonora quando cercava di infondermi l'odio verso i traslochi. Un'ora e mezza di su e giù con borse e scatoloni, un allenamento tosto, degno del più severo preparatore atletico e poi via a letto.
Domani, comincia una nuova vita. Un'altra casa, un altro luogo di lavoro, altri colleghi. Non sarà facile, da straniero. Sarà faticoso, ma chi è abituato alle maratone sa che la pazienza paga, e con gli interessi.
Bis bald!
Stefano
Nessun commento:
Posta un commento