mercoledì 23 aprile 2014

Berlin, not Germany

Ciao a tutti!
Se un luogo lascia in te un'impronta forte, è bene fissarla in fretta, quando i ricordi sono freschi. È il caso di Berlino, che ho avuto (finalmente) il piacere di visitare nel weekend pasquale da poco concluso. Questo post è solo una parte di ciò che vorrei trasmettere su questa metropoli a chi sta leggendo. È qualcosa che voglio scrivere così, di getto. Ci sono troppi aspetti da approfondire che non possono venire condensati in queste poche righe.

Fernsehturm, la dominatrice di Berlino

Prima di Pasqua, Berlino era per me: la capitale della Germania, la città divisa dal muro e poi riunita, la città dell'Hertha, la città dove la nazionale italiana di calcio ha conquistato il suo quarto titolo mondiale, la città che ha segnato gli U2 per il loro album Achtung baby, la città della Porta di Brandeburgo, la città della maratona più veloce del mondo. Stop, la mia conoscenza di Berlino finiva lì. Quando sono arrivato in Germania, è diventata un “must”, un qualcosa da visitare ad ogni costo, secondo i miei colleghi tutti, che ogni giorno la esaltavano con altisonanti aggettivi. Impressionante, maestosa, fantastica, questi i più gettonati.

Una vivace Alexanderplatz vista dalla Torre della televisione


Ora è ben altro. Per bellezza, non potrà mai avvicinare una grande capitale europea come Parigi, o Roma. Per ricchezza artistica, non si può minimamente accostare a nostre città come Firenze o Venezia. Per vivacità, non può di certo essere paragonata a Barcellona e probabilmente neanche a Monaco di Baviera. Però, dentro Berlino c'è un'energia che è insita nell'anima di chi ha vissuto una ferita profonda, quella dell'occupazione, del muro e della violenza che ne è scaturita. Un'energia che solo chi voleva e vuole ripartire dopo triste pagina, può avere. Berlino nasce proprio qui e il ripartire dopo la tragedia è sicuramente ciò che meglio può descrivere la capitale della Germania.

La Statua della Vittoria al centro del Tiergarten


Ripartire con la storia. Qui si sono scritte le pagine più importanti dei nostri libri di storia. Innanzitutto, una capitale: prima della Prussia, poi dell'Impero tedesco, quindi del folle Reich nazista. Poi, quella della nuova Germania unita, senza muri e senza posti di blocco, il completamento del percorso che ha reso nuovamente forte questo Paese.
La storia di Berlino è strettamente connessa alla Seconda Guerra Mondiale, ben poco prima di essa è ancora in piedi - la Porta di Brandeburgo, e poco più. Hitler, il dominio nazista, un'intera città rasa al suolo, quattro eserciti a sorvegliarla e un atroce muro a dividerla. Poi, il sogno che si avvera. Era il 1989, avevo solo quattro anni e non potevo sapere quanto era importante quel giorno.

La Brandenburger Tor, il più famoso monumento di Berlino


Ripartire con la cultura. L'offerta intellettuale di Berlino non è facile da eguagliare. Ovunque sono presenti musei, alcuni di elevatissimo valore. Storia e arte, scienza e tecnologia, c'è spazio per ogni tema a Berlino. I musei sono ovunque, ma le due aree più importanti, il Kulturforum di Berlino Ovest e soprattutto la Museumsinsel di Berlino Est (tra l'altro, dichiarata patrimonio mondiale Unesco) sono impressionanti per il loro concentrato di conoscenza. Non basterebbe una settimana per sviluppare tutto il potenziale formativo di queste due aree.

Uno scorcio della Museumsinsel


Ripartire con l'architettura. Via le costruzioni storiche di Berlino, spazio alla modernità. Alexanderplatz e Potsdamer Platz sono due dei fulcri del concentrato di architettura moderna che si ha modo di degustare a Berlino. Da una parte, i grandi palazzi e l'immensa Fernsehturm (attualmente l'edificio più alto di Germania) di Berlino Est, contraddistinti dalla smania di dominio del blocco sovietico. Dall'altra parte, lo stile e il gusto occidentale nei rinnovati spazi in Potsdamer Platz e lungo la Sprea.

I grattacieli di Potsdamer Platz

Ripartire con la natura. Il famosissimo parco zoologico è uno dei fiori all'occhiello della città, ed è noto in tutto il mondo – un po' per il libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, un po' per l'orso polare Knut che aveva commosso il mondo con la sua dolcezza. Sicuramente vi è tristezza nel vedere tutti questi animali in cattività, però va anche detto che uno zoo ha anche una missione formativa per noi umani. E poi, le aree verdi lungo la Sprea, in particolare l'immenso Tiergarten, 200 ettari di verde in cui si possono vedere centinaia di persone in bici, a piedi, di corsa. Un'oasi di relax, o di sport, a seconda delle preferenze.

Un orso bruno dello Zoologischer Garten di Berlino


Ripartire con un'idea. Quella che Berlino poteva tornare ad essere grande. C'è riuscita, e l'hanno voluto mostrare a tutti. Lo si può capire solo salendo sulla geniale cupola del Reichstag o sulla sfera della Fernsehturm. Solo lì si può veramente ammirare la grandezza di Berlino. E forse capire perché oggi è così amata.

Panorama berlinese dalla cupola del Reichstag


A sfavore di Berlino, va l'incredibile campagna di commercializzazione del Berliner Mauer, il muro che ha separato Berlino per quasi quarant'anni. Al Checkpoint Charlie, il più famoso, la possibilità di farsi fotografare, sotto pagamento, con due finti soldati americani; per non parlare del bar-spiaggia che si trova a pochi metri uno dei rimasti pezzi di muro. In Potsdamer Platz, si può ottenere – basta sganciare – un finto passaporto griffato DDR. Nei negozi di souvenir, trovi pezzi di muro fasulli sui classici magneti-ricordo. Davanti alla Porta di Brandeburgo viene installato un temporaneo luna park. Ci si diverte, laddove sono morte delle persone. Questo non è accettabile. Superare la tragedia è plausibile, dimenticarla non è concepibile, lucrarvi è vergognoso.

Un pezzo del muro di Berlino esposto in Potsdamer Platz


Chiusa la parentesi ipercritica su ciò che è oggi il muro, torno da Berlino con un ricordo assai positivo di questa esperienza, conscio che i quattro giorni ivi trascorsi sono stati pochi per poter afferrare pienamente lo spirito di questa città. Che va detto, non è tedesco, ma è un mix delle varie culture si sono riversate in questa metropoli negli anni: quelle occidentali di Berlino Ovest, quelle sovietiche di Berlino Est e quelle dei numerosi immigrati che qui hanno trovato lavoro e fatto famiglia.
Per chi vuole mettersi in viaggio in Germania: Berlino non è la Germania e la Germania non è Berlino. A Berlino c'è qualcosa che non si trova nel resto della Germania. Berlino è Berlino, punto. Una cosa è certa: a Berlino vorrei ritornare al più presto, che sia per un romantico weekend o per una maratona... To be continued...


Bis bald!
Stefano

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