Ciao a tutti!
Non sono nuovo a disavventure, qui in Germania. Infortuni, cose che si rompono, patenti che scadono. L'ultimo episodio nel quale sono stato protagonista è successo solamente ieri e ha qualcosa dell'incredibile. Per la terza volta da settembre sono stato fermato dalla polizia tedesca (la prima a Schweinfurt). Succede a Wangen im Allgäu, in quella porzione di Germania chiamata Algovia. È in questa zona che sono solito fermarmi, nella prima area di sosta che incontro sulla autostrada tedesca, per staccare un attimo la spina dopo l'attraversamento del tratto austriaco. Una sosta alla toilette, uno spuntino, un SMS e si riparte. Ieri invece, succede qualcosa di veramente assurdo.
Non sono nuovo a disavventure, qui in Germania. Infortuni, cose che si rompono, patenti che scadono. L'ultimo episodio nel quale sono stato protagonista è successo solamente ieri e ha qualcosa dell'incredibile. Per la terza volta da settembre sono stato fermato dalla polizia tedesca (la prima a Schweinfurt). Succede a Wangen im Allgäu, in quella porzione di Germania chiamata Algovia. È in questa zona che sono solito fermarmi, nella prima area di sosta che incontro sulla autostrada tedesca, per staccare un attimo la spina dopo l'attraversamento del tratto austriaco. Una sosta alla toilette, uno spuntino, un SMS e si riparte. Ieri invece, succede qualcosa di veramente assurdo.
Succede l'incredibile, sulle autostrade tedesche. Qui nei pressi di Rothenburg ob der Tauber |
Non ho quasi il tempo di fermarmi che si presenta da me un corpulento signore in borghese che mi mostra il tesserino di riconoscimento della polizia e mi chiede patente, libretto e carta d'identità. Aggiungendo che se trasportavo armi o droga potevo incorrere in grossi problemi (come se non lo sapessi...) con la legge tedesca. Entra in un Mercedes targato Ravensburg per fare i controlli del caso, in compagnia di un poliziotto che proprio su questa stessa autostrada, ma in un'area posta nell'altro senso di marcia mi aveva già fermato a febbraio. Ovviamente, tutto a posto.
Non finisce qui: esco per andare alla toilette e quando rientro mi trovo un secondo poliziotto, sempre in borghese, che mi chiede nuovamente patente, libretto e documento d'identità. Pazzesco. Consegno nuovamente i documenti all'agente, spiegando che ero appena stato controllato cinque minuti prima. Forse per questo motivo, la verifica dei dati è più celere e dopo pochissimo ho nuovamente tutta la documentazione in mano. Tra l'altro la BMW di questi agenti è targata Wiesbaden (capitale dell'Assia, lontana almeno 400 chilometri da lì), che diavolo ci fanno qua?
Ad ogni modo, appena ricevo i documenti riparto immediatamente e non mi fermo più fino a Schweinfurt, conscio che il famoso detto del "non c'è il due senza il tre" potrebbe rivelarsi veritiero questa volta. L'autostrada A96 è un posto da incubo. Non ci si può rilassare un attimo dalla guida che si rischia di subire una raffica di controlli. Questa assunzione è comunque valida solo per gli automobilisti non tedeschi. Le automobili - e soprattutto i loro guidatori - con targa non tedesca (fatta eccezione per quelle svizzere o austriache) vengono controllate con cura, quelle tedesche invece neanche prese in considerazione. Forse i poliziotti dimenticano che i veri criminali non si fermano a mingere nelle aree di sosta, dove è troppo facile essere controllati. O forse siamo noi italiani ad essere bersagliati dai controlli? In fondo, sono gli italiani quelli che qui in Germania vengono etichettati spesso troppo facilmente come "mafiosi".
Bis bald!
Stefano
Stefano ascolta me, portati in macchina una bottiglia di plastica e quando hai voglia la fai dentro senza fermarti (così non ti controllanopiù ) ciao G. D.
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