Riikka Pulkkinen, L'armadio dei vestiti dimenticati
Ciao a tutti!
Dal punto di vista di letterario, la Scandinavia si è rivelata una inesauribile fonte di libri nel genere crime e thriller. Con Riikka Pulkkinen si ha la dimostrazione che queste gelide terre sanno confezionare opere che superano il genere "giallo". Dal freddo della Finlandia, infatti arriva una storia di grande calore umano, di quello che arriva dalle più remote profondità dell'animo umano, L'armadio dei vestiti dimenticati.
La vicenda si svolge nel corso di due precisi momenti temporali: durante gli Anni '60, alla vigilia dei movimenti di contestazione del 1968, e ai giorni nostri. L'armadio dei vestiti dimenticati è una storia di donne: tre generazioni vengono coinvolte, la nonna Elsa, la madre Ella e la figlia Anna, tre figure molto diverse tra loro; ad esse si aggiunge la figura a tratti enigmatica di Eeva. Tutte ruotano ad un uomo, Martti, marito di Elsa ed amante di Eeva, che è il perno attorno al quale ruota l'intera narrazione. L'armadio del titolo del romanzo è lo spunto, la scintilla che dà fuoco alla vicenda: un vestito indossato da Eeva quarant'anni fa riapre una ferita aperta nel cuore di molte persone, ma non di Anna, che di questa vicenda è compeltamente all'oscuro. Elsa, malata terminale, inizia a rivangare il suo passato, con la lucidità di una persona che sta contando i giorni che gli restano da vivere. Lo stato d'animo che si prova quando si è vicini alla morte è certamente uno tra i temi meglio raffigurati in questo libro.
L'armadio dei vestiti dimenticati è un romanzo nel complesso piacevole, nonostante un enorme carico di angoscia che pervade tutto il libro ma che soprattutto nelle prime pagine sembra gratuito e fine a sé stesso, e nonostante un finale che poteva essere meglio approfondito - molti sono gli interrogativi che rimangono in me al termine della lettura. Ma non si può non apprezzare la scrittura intima, che scava nei sentimenti umani più semplici, come la solitudine, la separazione, l'ansia e la paura della morte. Il tutto raccontato con estrema delicatezza, con immagini che si rifanno alle più dolci tradizioni finlandesi. Interessante, inoltre, l'idea di sdoppiare la voce narrante a seconda del piano temporale che viene coinvolto nella narrazione.
Un buon libro, dunque, che consiglio a tutti - e nonostante l'ambientazione primaverile, lo suggerisco davanti a un camino acceso e a una tazza di cioccolata calda.
Bis bald!
Stefano
Giudizio: 8/10 ■■■■■■■■■■
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