La Défense è il grande quartiere avveniristico di Parigi, ma sarebbe un grave errore considerarlo solamente un concentrato di grattacieli e strutture futuribili, o un'adunata di uffici e centri commerciali. La Défense, a dispetto dei suoi detrattori, è uno dei quartieri più interessanti di Parigi, grazie al suo nodo ferroviario sotterraneo, ai palazzi dalle forme pionieristiche e, dulcis in fundo, alla Grande Arche, il maestrale completamento dei giochi prospettici di Parigi. Un'unica lunga linea collega infatti il Museo del Louvre alla Grande Arche, passando per l'Arc de Triomphe du Carrousel e il più conosciuto Arc de Triomphe, senza trascurare Place de la Concorde e il suo obelisco. Un incredibile spettacolo visivo che attrae gli sguardi (e gli obiettivi fotografici) di tutti i turisti in visita a Parigi.
L'Esplanade de La Défense |
Ad essere precisi, La Défense non fa parte del territorio parigino, ma di altri comuni ad ovest della capitale (fra cui Courbevoie e Puteaux). Il nome ha una lunghissima storia alle sue spalle. Ha origini infatti nel XIX secolo, all'epoca della Comune del 1871. Ma la storia de La Dèfense inizia addirittura durante il regno di Enrico IV, che volle creare un asse in grado di collegare Parigi al castello di Saint-Germain-en-Laye, un asse che passa, appena superata la Senna, proprio nell'area Défense. Solo nel secondo dopoguerra, però, iniziò la vera e propria urbanizzazione del quartiere per come lo si conosce oggi e che, tra i vari alti e bassi dell'economia mondiale, ha portato all'attuale configurazione, un layout che è ancora in divenire. La Défense è lo specchio di Parigi: sempre in movimento, in continua evoluzione.
La Grande Arche |
Ero molto fiducioso in ciò che avrebbe potuto regalarmi visivamente La Défense, e le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte. Anche Giulia, molto scettica inizialmente, si è dovuta ricredere fin da subito. La visuale che si ha dal Bassin Takis verso Avenue Charles de Gaulle e l'Arc de Triomphe è stupefacente! Poi ci si gira e ci si ritrova in una sorta di Manhattan europea (ecco, dopo l'esperienza a La Défense, sto rivalutando la possibilità di visitare New York, che non mi ha mai attratto particolarmente)... palazzi dalle vetrate multicolori, altezze spropositate (i palazzi di EDF e Total sono impressionanti), forme avventurose, come la cupola dello CNIT. Ce n'è per tutti i gusti, a La Défense. Vivace e vivibile, La Défense si presenta come un'area decisamente attrattiva anche per i turisti...
Sullo sfondo, inconfondibile, l'Arc de Triomphe |
...che non perdono di certo tempo a farsi un selfie con la Grande Arche alle spalle. Il simbolo della Parigi moderna ha meno di trent'anni di vita, in quanto venne commissionata da Mitterand affinché fosse pronta per i festeggiamenti del 1989, in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese. Elegante (merito dei marmi di Carrara che rivestono l'esterno) nonostante la sua evidente modernità, la Grande Arche si presenta sicuramente meno ricca ma è inserita in uno spazio molto più ampio e quindi appare ancora più imponente del suo perfetto contraltare nel centro storico di Parigi, l'Arc de Triomphe. Perfetto simbolo della grandeur francese, dunque. Anche l'opera in tela e acciaio al di sotto dell'arco, Les nuages, è una bella spiegazione del sentimento di orgoglio e superbia della Francia: il loro arco è più alto delle nuvole...
Si, La Dèfense è un quartiere in cui ritornarci sicuramente, una prossima volta, e da rivedere con maggiore attenzione...
Un po' di grattacieli |
...per rivedere con attenzione questi capolavori architettonici degli ultimi cinquant'anni. Di fronte a queste opere mi stupisco sempre più affascinato. Come non paragonare la Tour EDF ad una grande lama o la Tour Majunga ad un immenso blocco di marmo? Come non rimanere a bocca aperta di fronte alla variopinta Tour Iris o a quella vetrata continua della Total Coupole e della Tour Manhattan? Come non essere estasiati dalla precisione delle forme della Tour Ariane o dalla complessità stilistica della Tour D2? Io sono stato tutto ciò nelle due ore trascorse a La Défense. E spero di esserlo di nuovo, molto presto...
Bis bald!
Stefano
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