Ken Follett, Il martello dell'Eden
Irresistibile, Ken Follett, come in tutti i suoi romanzi che ho avuto modo di leggere - non a caso, ho ancora una serie di suoi lavori in attesa di essere letti – e Il martello dell'Eden si conferma un libro con le tipiche caratteristiche dell'autore gallese. È una lettura che scorre con leggerezza, con grande velocità, merito anche di alcuni dialoghi serratissimi. Ci sono tutte le peculiarità di uno stile che sa come tenere incollati alle pagine, nonostante il tema e lo sfondo socio-politico di un certo spessoree nonostante l'approfondita analisi che viene fatta dei personaggi principali. Curioso che da questo libro non sia ancora stata tratto un film o una serie televisiva.
Una lettura di facile comprensione, dunque, di quelle che si potrebbero definire “da spiaggia”. Certo, ma come in altri romanzi di Follett, non bisogna mai limitarsi alla vicenda del romanzo, bisogna saper leggere tra le righe. E, ne Il martello dell'Eden - che racconta il disperato tentativo di una comune di hippy di salvare la terra nella quale vivono e che coltivano da trent'anni, a discapito di un ambizioso progetto per costruire una centrale idroelettrica – di riflessioni se ne possono fare più di una.
A caldo, me ne vengono in mente un paio. Cosa può essere veramente giusto e sbagliato? È giusto costruire una centrale elettrica, distruggendo un territorio e rovinando la vita di alcune decine di persone? È effettivamente sbagliato fare tutto ciò che si ha a disposizione (anche un crimine) per poter salvare la propria terra? È davvero cosa giusta difendere gli interessi di governanti senza scrupoli? In secondo luogo, cosa è in grado di fare concretamente il genere umano, per difendere i suoi interessi o i suoi ideali? Il martello dell'Eden prova a dare una risposta: tutto ciò che possa essere creato nella mente perversa dell'uomo.
Bis bald!
Stefano
Giudizio: 10/10 ■■■■■■■■■■
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