Uno dei pezzi forti del nostro viaggio in Africa era certamente la tappa in Zimbabwe, che - come ho raccontato in un precedente post - è uno dei paesi più poveri del mondo. L'obiettivo non era però quello di conoscere la dura realtà del paese Zimbabwe, attività interessante ma anche estremamente pericolosa, bensì di visitare una delle più grandi meraviglie naturali presenti sulla Terra. Parlo delle Cascate Vittoria, universalmente riconosciute come Victoria Falls: un nome legato, questo, all'ottocentesca regina inglese Vittoria, un nome affibbiato anche al villaggio che accoglie i turisti in visita alle cascate, a circa cinque chilometri di distanza dal grande salto.
La mia migliore fotografia del fronte principale delle Cascate Vittoria |
Ma di cosa si parla quando si parla delle Cascate Vittoria? Rispetto alle (ben più famose) cascate del Niagara e di Iguazù, le Cascate Vittoria possono contare su un volume di acqua decisamente inferiore, ma su un salto ben più alto. L'altezza massima del salto di roccia nel quale precipita l'acqua proveniente dal fiume Zambesi è di 105 metri, mentre il fronte, di circa 1.5 chilometri, è inferiore rispetto alle due cascate precedentemente citate. Ma la larghezza di questa fossa, di un centinaio di metri circa, fa sì che siano osservabili in tutta la loro straripante potenza da distanza alquanto ravvicinata.
Devil's Cataract |
La grande spaccatura di roccia che dà origine alle Cascate Vittoria è il risultato di un processo geologico risalente a 150 milioni di anni fa, dovuto alla contrazione di lava solidificata. Risale invece a circa cinque milioni di anni fa la deviazione del corso del fiume Zambesi che ci permette di ammirare così come le vediamo queste immense cateratte di acqua. Le Cascate Vittoria, come ogni meraviglia naturale, è comunque in continua evoluzione. La spaccatura è destinata infatti ad allargarsi inesorabilmente, a causa della lenta e costante erosione della roccia basaltica.
Colonne d'acqua |
Le Cascate Vittoria si possono visitare seguendo un percorso attrezzato che si snoda all'interno di una foresta pluviale, ricchissima di flora rigogliosa e di fauna variegata. Si inizia, giustamente, con un omaggio a chi ha reso possibile la conoscenza delle cascate nel mondo occidentale, David Livingstone. Una statua ricorda, nei primi tratti del percorso di visita, l'esploratore inglese che il 16 novembre del 1855 mise a fuoco con i suoi occhi questo portento della natura.
L'omaggio a Livingstone |
Continuando lungo il sentiero si incontra il primo punto panoramico sulle Cascate Vittoria, quello a breve distanza dalla cosiddetta Devil's Cataract. Si tratta di una "cascata laterale", posizionata sull'estremità più a sud del fronte di caduta, che per certi versi risulta ben più impressionante del grande salto che incontreremo di lì a poco. Innanzitutto perché l'immensa piscina del fiume Zambesi (il cui bacino fluviale è inferiore in Africa solo a Nilo, Congo e Niger), all'apparenza dolce e placida, si trasforma nel giro di poche decine di metri in una incontrollabile massa di acqua dalla violenza inaudita. La lateralità del punto panoramico sulla Devil's Cataract, permette inoltre di osservare da posizione ravvicinata il salto d'acqua, ma soprattutto si può intuire la profondità della spaccatura rocciosa che dà luogo alle Cascate Vittoria. L'acqua che cade in questa enorme gola rende questo posto un vero e proprio inferno, in cui le fiamme sono migliaia di metri cubi di acqua.
Da questa prospettiva è chiaro il senso del nome locale delle Cascate Vittoria, Qui le chiamano Mosi-oa-Tunya, che significa "il fumo che tuona". Un nome più che sensato, in quanto la nuvola di gocce d'acqua scaturita dal salto delle cascate si alza fino a un chilometro e mezzo di altezza ed è osservabile fino a cinquanta (!!!) chilometri di distanza.
Una nuvola che si alza altissima... |
Il percorso prosegue con una sequenza di punti panoramici sulla cascata, uno più spettacolare dell'altro, dai quali emerge chiaramente tutta la forza ingovernabile delle Cascate Vittoria. È un lunghissimo colonnato d'acqua che crea un santuario che omaggia la bellezza della natura più brutale. Questo è quello che possiamo vedere, o talvolta immaginare. Perché, avvicinandosi ai punti dove l'acqua precipita nella gola con maggiore impeto, diventa impossibile visualizzare nitidamente la sagoma delle cascate. Le gocce d'acqua scaraventate a velocità folle verso l'alto, dopo l'impatto con la roccia, si uniscono tra loro per formare delle nubi, nubi che diventano una pioggia torrenziale che niente risparmia. In questi punti veniamo costantemente inondati dalla furia delle cascate. Senza speciale equipaggiamento, le fotografie non sono possibili. E anche un impermeabile non può contenere la massa d'acqua che ci viene riversata addosso.
E si chiude con il doppio arcobaleno |
Il percorso alla scoperta delle Cascate Vittoria termina con un ultimo punto panoramico, con vista sul ponte ferroviario (curiosità: fu progettato dal figlio di Charles Darwin) che oltrepassa l'estremità settentrionale della gola. L'arcobaleno che sale dall'enorme crepa chiude la visita delle Cascate Vittoria. Bagnati, allagati in ogni nostro centimetro quadrato di pelle, ma sorridenti e con la gioia negli occhi. Felici di aver avuto il privilegio di poter osservare una delle più grandi meraviglie del creato.
Bis bald!
Stefano
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