giovedì 1 settembre 2016

Berlino Express: i giorni più difficili

Dopo qualche anno - questo è il quinto - passato a correre e a prepararsi per una maratona, non mi stupisco certo del fatto che durante le settimane più intense di allenamento, qualcosa possa andare storto. O semplicemente, non come speravo potesse andare. Anche in vista della maratona di Berlino, qualcosa si è messo di traverso, ed è stato il caldo infernale della seconda metà di agosto. «Dopo Ferragosto, in Germania l'estate è finita», dicevano. Invece, la colonnina di mercurio sale, sale, continua a salire. Fino a toccare punte clamorose di 37 gradi. Se poi, oltre alle temperature equatoriali, ci aggiungiamo anche le settimane più intense ed importanti di tutta la preparazione, si fa in fretta a capire le mie difficoltà.

Di corsa nella Gramschatzer Wald

Perché questi giorni di fine agosto sono stati tormentati da notevoli difficoltà nel completare gli allenamenti, specie nei giorni in cui si sono registrati i picchi di temperatura.
Tutto è cominciato con le due serie di ripetute 120-60-30 (descritte in questo post), che in un'occasione ho dovuto correre nelle ore più calde della giornata (che in Germania spesso non sono intorno alle 13-14 ma nel tardo pomeriggio, chissà come mai...). Avevo già sensazioni non delle più positive all'inizio, ma dopo aver completato la prima serie (anche bene) ero più ottimista. Alla seconda serie, con il sole in faccia, ho dovuto staccare, troppo caldo, troppo sudore, così tanto da colare negli occhi. Testa che non ne vuole sapere, gambe che rispondono "nossignore" di conseguenza, portandomi a correre intorno ai 5'/chilometro. Mi sono detto: ok, hai corso nelle ore più calde della giornata, in parte sotto il sole, forse hai corso troppo forte all'inizio, forse non hai recuperato (complice anche il caldo torrido) dagli ultimi sforzi. Errori, da non ripetere: un giorno in più di riposo per arrivare riposato al lungo del fine settimana.

Un po' come questa la sensazione: correre nel deserto (fonte: adventures4you.com)

Per l'uscita da 31 chilometri mi sono organizzato un programma a tavolino per scavalcare il problema del caldo. Corsa durante la tarda mattinata, nella rete di sentieri che attraversa la foresta della Gramschatzer Wald, all'ombra, quindi a temperature più umane. Ma è proprio nel fine settimana che vengono toccate le temperature più alte, che sfiorano i quaranta gradi e al sole si suda anche da seduti. Immaginate correndo...
Nell'anello di circa tre chilometri da ripetere dieci volte, appositamente tracciato sulla mappa, c'è anche parecchio saliscendi, un fattore che inevitabilmente favorisce il consumo di risorse atletiche. Già al primo giro mi accorgo di non poter correre ritmi veloci, per il caldo e per il saliscendi. La quantità di sudore espulso è enorme, da poterlo raccoglierlo in un bicchiere al termine della seduta. All'inizio dell'ottavo giro alzo bandiera bianca. Impossibile continuare a correre con profitto in quelle condizioni, a poco più di 21 chilometri percorsi mi fermo e (un po' mestamente) raggiungo a piedi la macchina.
A mente fredda, mi sono promesso che prima di riprovare la maratona di Berlino ci penserò più di una volta. Gli allenamenti più tosti per arrivare al top a fine settembre cadono nel mese di agosto, e anche in Germania possono essere letali. Non voglio sapere come si stanno preparando gli italiani che vivono in Italia, a questa maratona. Si trasferiscono per un mese in montagna? Si alzano in piena notte per allenarsi? Dal cuore della Franconia, non ci sono tante chances di trovare aria fresca quando la temperatura sfiora i quaranta gradi. Posso solo sperare in un po' di vento o in un bell'acquazzone rinfrescante. C'è ancora qualche giorno di allenamento duro, prima di lasciar spazio a lunghi e scarico...
Bis bald!
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...