Maratona è corsa di resistenza ma è anche spingersi al di là dei propri ostacoli, per vedere cosa c’è oltre e per spostare i nostri limiti. È un processo fisico, atletico, ma soprattutto mentale. Oltre alle doti di forza e resistenza, è necessaria la volontà di volerlo fare. Per raggiungere l’obiettivo - correre una maratona, oppure correrla per migliorare la precedente - si deve aggiungere qualcosina in più. Facendo attenzione a non strafare, comunque, perché è tanto importante l’allenamento quanto il riposo.
Il sangue del podista |
Due uscite a suon di ripetute 120-60-30 sono state sufficienti per capire che si poteva osare di più: perché fare due serie da nove quando se ne potevano fare due da dieci? Con qualche opportuno accorgimento sui tempi e sui percorsi, ho concentrato l’allenamento in un’uscita da quasi diciannove chilometri. Una mezza maratona (poco manca) fatta di ripetute, impensabile all'inizio del ciclo di preparazione.
Dopo ogni allenamento, è tempo di vesciche |
Onestamente un po' mi sono pentito della scelta fatta. Questo allenamento, in concomitanza con i lunghi, si è rivelato veramente stancante. In cinque giorni ho corso fino a quasi settanta chilometri, un numero folle per le mie capacità. Purtroppo, come già raccontato in un precedente post, ho anche avuto la sfortuna di affrontare questi allenamenti impegnativi nei giorni più caldi dell'anno. Così caldi che una seduta non l'ho proprio portata a termine. Troppo calore per le mie gambe. Aggiungiamoci le vesciche su minoli e piante dei piedi (il sudore inevitabilmente, aiuta), e il sanguinamento dei capezzoli (tipico problema di molti atleti che corrono lunghe distanze)... non è difficile comprendere quanto sia stato sfiancante questo periodo di allenamento. Conoscendo le gioie, molto interiori, che la maratona mi regala in poco più di tre ore, e mi lascia per tanto tempo dopo aver tagliato il traguardo, sono disposto a sudare e sanguinare. Non ho paura.
Qualche dato in più sulle ripetute 120-60-30 |
Nella tabella sopra ho riportato qualche dato sugli allenamenti svolti secondo la logica 120-60-30. Sono numeri ancora sterili, perché non confrontabili con i precedenti allenamenti, perché non ho un riscontro sui lunghi. Qualcosa di interessante certamente c’è. Ad esempio, vedere come su una distanza molto più lunga, riesca a correre tempi che un anno fa correvo su distanze ben più corte. Ancora più notevole, vedere i tempi fatti con gambe "fresche" e quelli con gambe "stanche" (corsi a pochi giorni dal precedente allenamento): la differenza è minima, solo qualche decimo di secondo sul passo, sia nella fase di ripetuta e nella fase di riposo. Guardando nel complesso, posso essere soddisfatto, perché 4'19"/km su un allenamento di ripetute non potevo minimamente immaginarlo realizzabile su un percorso di quasi diciannove chilometri. Ora invece si, perché è realtà.
Bis bald!
Stefano
Bis bald!
Stefano
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