sabato 6 agosto 2016

6 agosto 1958 - Dall'alto della montagna scintillante

"Gli ambienti alpinistici di tutto il mondo hanno appreso con ammirazione la conquista, da parte della spedizione italiana, del «Gasherbrum IV», che in dialetto pachistano significa «Parete lucente». L'impresa, a quanto permette di giudicare un messaggio inviato da Riccardo Cassin e giunto oggi a Karaci, è destinata a rimanere tra le più spericolate della storia dell'alpinismo. Il nome e la classe dei vincitori fornivano del resto ampie garanzie. Cassin ha amalgamato i suoi uomini e ha predisposto ogni particolare per il successo, come poteva solo un uomo di grande esperienza alpinistica. Del resto egli aveva con sé autentici assi: Bonatti; Piaz; Pirovano; Comici; Carlo Mauri; Toni Gobbi, notissima guida di Courmayeur; Giuseppe Oberto, guida di Macugnaga; Giuseppe De Francesch, guida di Moena; il fotografo e orientalista Fosco Maraini e il dottor Zeni, che è stato il medico della spedizione. La spedizione italiana, partita dall'Italia in aprile, arrivò a Karaci il 18 maggio e il 30 maggio proseguì, avvalendosi della collaborazione di 483 portatori, verso il ghiacciaio del Baltor. Al 16 di giugno Bonatti, Gobbi e Oberto fissavano il campo base a 5100 metri. Iniziava praticamente di qui la scalata. Sei giorni più tardi veniva fissato il campo n. 1 a 5650 metri; il 25 giugno il campo n. 2 a quota 6150. Di qui veniva compiuta una esplorazione per individuare il punto attraverso il quale sferrare l'attacco decisivo.

La montagna lucente, illuminata dalle ultime luci del tramonto (fonte: mountainsoftravelphotos.com)

Cassin e Oberto il 1° luglio sfuggono miracolosamente a una gigantesca slavina che scivolando dalla cima del «Gasherbrum V» (un altro picco dello stesso massiccio) attraversa tutta la valle. Nei giorni successivi altri due campi vengono fissati a quote superiori sino ai 7200 metri. Il tempo stringe. Si sta approssimando il periodo dei monsoni. Terribili, violentissimi venti investono le gole dei monti e le pareti, strappando letteralmente gli alpinisti. Il 14 luglio il primo tentativo.

Bonatti, Cassin e Mauri durante la spedizione al Gasherbrum IV (fonte: fuorivia.it)

Bonatti e Mauri partono alle 4 del mattino dal campo n.5 e si avventurano sulla cresta nord-est. Affrontano difficoltà di quarto e di quinto grado, investiti dal vento che si fa sempre più violento. Alle 11.15 i due alpinisti sono a duecento metri dalla vetta. Vedono già a portata di mano la vittoria. A questo punto il tempo si fa proibitivo. Nonostante l'audacia più volte dimostrata, Bonatti e Mauri devono desistere.

L'annuncio su La Stampa del 23 agosto 1958 (oltre due settimane dopo la conquista della vetta!)

Il maltempo non dà tregua. Cassin allora decide di ritirare i suoi uomini al campo base. Dopo una pausa per riorganizzare i campi, si ritenta l'impresa.
Sono le 5 del mattino quando Mauri e Bonatti lasciano il campo n.6 e si avviano verso la cresta finale. Il cielo è sereno, ma soffia un vento dannato. La temperatura è bassissima. I due scalatori superano di slancio la Torre Grigia, la terza Torre e la Torre ultima, affrontando quindi la cresta di nord-est, che rappresenta la chiave dell'arrampicata, attraverso una erta «seraccata» di ghiaccio. Superata questa, grazie all'impiego di numerosi chiodi, Bonatti e Mauri procedono oltre il cono di neve, affrontando la delicatissima cresta dove la neve copre pericolosamente i lastroni di ghiaccio. Finalmente, alle dodici, la vetta. Un abbraccio, qualche rapida fotografia e il tempo di piantare le bandiere. Poi i due vincitori iniziano la discesa, spinti dell'approssimarsi dell'uragano. Nel suo dispaccio, Cassin descrive la discesa, resa infernale dalla bufera. Il momento critico è durante il passaggio dal campo n.6 a quello n.5. Bonatti e Mauri devono far ricorso a tutta la loro forza d'animo e a tutte le loro energie di giovani alpinisti per superare le difficoltà rese indescrivibili dal vento e dalla temperatura oscillante sui 40 gradi sotto zero. Alla fine i due sono stremati.

Bonatti in cima a braccia alzate, è la foto simbolo della conquista del Gasherbrum IV (fonte: banff.it)

In un breve messaggio di Walter Bonatti, giunto oggi a Genova dal campo base del «Gasherbrum IV», a quota 5250, sono contenute ulteriori notizie sull'ultima fase della impresa alpinistica. Walter Bonatti scrive: «Tutti i miei compagni, meno Maraini (si tratta dello scrittore-fotografo della spedizione) erano partiti scaglionati nei giorni scorsi per preparare i campi. Carlo (Mauri) ed io, destinati all'assalto finale siamo stati gli ultimi a muoverci».
«Siamo partiti il primo giorno in quattro e abbiamo raggiunto la quota 7700, dove abbiamo fissato il sesto campo, e il giorno dopo alle 5.30 Carlo ed io siamo partiti per la vetta, che abbiamo raggiunto alle 12.38». Bonatti aggiunge che la salita è stata difficilissima, anche per le condizioni atmosferiche che hanno poi reso particolarmente arduo anche il ritorno."
La Stampa, 23 agosto 1958

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